Posted on 12 Set, 2012 by Aeris --- 5 commenti

A distanza di sette anni da Batman begins, Christopher Nolan chiude la saga del Cavaliere Oscuro barattando il suo solito cocktail di perfezione e freddezza con quel bicchiere di emozioni che un po’ tutti aspettavamo di mandar giù. Ne esce il prodotto più imperfetto della sua carriera; ma proprio per questo risulta essere il più sentito ed avvolgente. Ci sono voluti sette anni e tre film ma finalmente l’ha capita: ha inserito il Batwing.

|| Titolo originale: The Dark Knight Rises
|| Formato: 2D
|| Genere: Action, crime, drama
|| Uscita USA: 20 Luglio 2012
|| Uscita Italiana: 29 Agosto 2012
|| Diretto da: Christopher Nolan
|| Scritto da: Christopher Nolan, Jonathan Nolan
|| Musiche di: Hans Zimmer
|| Cast e altro: IMDb

Lo diciamo subito così mi risparmio eventuali lanci di pomodori, lattughe ed ortaggi vari nel caso qualcuno si fermi alle prime righe: The Dark Knight Rises è un bel film. Detto questo, c’è da considerare che ci troviamo comunque dinnanzi ad un terzo episodio di una trilogia i cui capitoli vogliono essere molto legati tra loro; di conseguenza il film va anche valutato in virtù delle due parti precedenti.  Anche Nolan è caduto vittima di quella che io chiamo “La Legge del numero 3“. Si tratta di un teorema non ancora dimostrato scientificamente che sostiene come il terzo capitolo di qualsivoglia trilogia sia inevitabilmente una mezza delusione o, in ogni caso, pesantemente sotto le aspettative. Diciamo anche che Nolan si trova in buona compagnia; circondato da personalità illustri come Coppola, Lucas, Raimi, Fincher e tanti altri… Indipendentemente che a dirigere il terzo capitolo ci sia il direttore dei due precedenti o un nuovo arrivato, il risultato non cambia: non ci siamo. Fuori dai comics-movies pochi registi sono riusciti a fare dei numeri 3 veramente ottimi, e quasi tutti ce l’hanno fatta barando spudoratamente. Spielberg, ad esempio, si è dovuto servire di un mediocre Tempio Maledetto, del Sacro Graal e di Sir Sean Connery. Zemeckis ce l’ha fatta girando uno dei primi back to back della storia; tanto che la terza parte di Ritorno al Futuro potrebbe considerarsi un numero 2 allungato (cosa che in effetti era). E questi sono solo i primi due di una cortissima lista che mi vengono in mente. Se invece ci soffermiamo solamente sulle saghe Super-Eroistiche questa legge è spietata: nessuno ce l’ha fatta. A Nolan va comunque dato il merito di essere riuscito dove tutti gli altri avevano fallito: quello di aver confezionato un ottimo film invece delle sonore delusioni che ci sono state impartite sin dai tempi lontani di Superman III. In generale, possiamo dire che il difetto principale di questo Batman è quello che affligge tutti i comics-movie che sono riusciti ad arrivare al traguardo dei tre film: troppo di tutto.

Se ci fermiamo a pensare per un momento a come vengono strutturate queste saghe ci accorgiamo che sostanzialmente tra loro sono tutte molto simili. Si parte sempre con un primo capitolo buono che vede la nascita dell’eroe contrapposto ad un Villain. Si passa poi al secondo episodio che, spesso e volentieri, risulta essere il migliore dell’intera saga. Qui i Villains diventano puntualmente due. Va da sé che quando si arriva a chiudere la trilogia non ci si accontenta più della regola poco ma buono; no. Ci si infila il mondo. Ovviamente Nolan si è tenuto comunque a livelli piuttosto alti e siamo ben lontani dai disastri visti in Spiderman 3 o Xmen The Last Stand; ma è innegabile che questo film risenta troppo del confronto con i precedenti dove ogni personaggio aveva il giusto spazio e la giusta dimensione. Dove veniva preso tutto il tempo che serviva per intrecciare la storia di Batman e di tutti quelli che giravano intorno a lui. In questo ultimo capitolo non solo dobbiamo fare i conti ancora una volta con la crescita emotiva di Bruce Wayne che ci metterà ben 40 minuti per indossare nuovamente maschera e mantello. Dobbiamo vedercela anche con Anne Hathaway e metà del cast di Inception. Il tutto senza dimenticarci di Alfred, Mr. Fox, Gordon e della Gotham del bello e cattivo tempo. Chiariamoci: non c’è niente di male nell’inserire così tanti volti nuovi; a patto di riuscire a ricamare le giuste tempistiche; possibilmente cercando di portare avanti una trama ed un intreccio solido. Da questo punto di vista il lavoro di Nolan è riuscito per metà. I personaggi fanno fatica a trovare il loro giusto spazio; come se non ce ne fosse per tutti. Ne risentono i dialoghi, la storia e a volte si ha pure la netta sensazione che Nolan stia facendo di tutto per farci dimenticare un Joker che, forse, nelle idee originali doveva esserci. Per la prima volta il regista si scontra anche con la sua scelta di aver voluto creare i comics-movies meno super-eroistici di sempre.

La saga di Batman ha tra le sue schiere quelli che potremmo definire tra i Villains più belli e variegati mai realizzati. Va da sé che in una saga con una struttura così realistica, quasi poliziesca, figure storiche (ed amate) come Pinguino, Professor Strange, Clayface o Poison Ivy avrebbero fatto ridere i polli. Nolan si è quindi trovato nella delicata situazione di dover estrarre dal ventaglio dei personaggi quelli che meglio si potevano adattare al suo stile; rinunciando a figure che, almeno sulla carta, potenzialmente potevano valere di più. Fortunatamente Catwoman è stata sorteggiata; e meno male perché Anne Hathaway e la sua Selina, una Fujiko di Lupen con i sensi di colpa, è l’unica new entry ad uscire a testa alta da questo film. Proprio lei che in fase di produzione era stata la più bersagliata dalle critiche di fans che non riuscivano a capire che in questo film una gatta che se ne andava in giro con il costume da gatto avrebbe fatto venire giù il cinema dalle risate. Ad uscire zoppo da questo film invece è Bane. Tomy Hardy ne da una splendida interpretazione ma, purtroppo, il suo personaggio è vittima di una sceneggiatura che non riesce a tenerlo in piedi sino alla fine; tanto che appena uscita dal cinema non riuscivo a ricordare che fine avesse fatto. Diciamo che il Villain finale di questa trilogia avrebbe meritato un’uscita di scena un po’ più rilevante perché, a conti fatti, il ricordo che si lascia dietro non è dei più potenti. Le brutte notizie ce le riservano il Blake di Joseph Gordon-Levitt e la Miranda della Cottilard. Il primo già parte malissimo nei primi minuti quando si ritrova faccia a faccia con Bruce Wayne. Mi domando se Nolan non fosse ubriaco quando ha scritto quel discorso; roba da annoverare l’identità di Batman come il più grande segreto di Pulcinella della storia. Mentre però Blake, man mano che il film procede, acquista di importanza soprattutto in virtù del finale… Il personaggio della Cottilard proprio non riesce nè a decollare nè ad atterrare. Senza spoilerare, diciamo solo che se ne poteva fare tranquillamente a meno; soprattutto se si pensa che va a rubare la scena a chi davvero ne meritava di più.

Detto questo, veniamo alle note positive che indubbiamente ci sono. Se un film del genere fosse uscito dalla testa di Michael Bay ora starei urlando al capolavoro ma, dato che stiamo parlando del regista di Memento, Prestige ed Inception, il discorso inevitabilmente cambia. Diciamo pure che Nolan, tra alti e bassi, è riuscito comunque a confezionare il finale perfetto per questa saga.  Un finale che congeda l’uomo pipistrello senza possibilità di repliche. Se mai sentiremo parlare di nuovo di Batman prepariamoci per un reboot, perché da questa trilogia ormai non si potrà ottenere più nulla; e va bene così. Il motivo principale per cui Nolan mi piace ma non riesce a farmi impazzire è la sua eccessiva freddezza. Ogni volta che mi ritrovo davanti ad uno dei suoi film resto sempre meravigliata dalla sua capicità ed il suo modo di raccontare storie; sempre precise come un orologio. Il problema è che ricerca così tanto la perfezione da dimenticarsi di lasciare un po’ di cuore e sentimento all’interno della pelliccola. Insomma, con lui non sono mai riuscita a provare quel brivido lungo la schiena.  Quel brivido che ti invade quando vedi Gandalf arrivare al Fosso di Helm. Quel brivido che ti fa uscire dalla sala con il cuore gonfio di emozione, ecco. Qui, per la prima volta, ci riesce. Per tutto il film aleggia la sensazione che siamo vicini al definitivo addio e, proprio per questo, la pellicola risulta trainante, corale e su certe sequenze è davvero impossibile non percepire il phatos ed il sentimento che Nolan infonde nella sua creatura. La scena del pozzo o il finale ne sono il perfetto esempio. Peccato solamente che tutto questo coincida con una sceneggiatura imperfetta a cui Nolan, davvero, non ci ha mai abituati. Nel momento preciso in cui riuscirà ad unire mente e cuore pure io inizierò a fare il countdown nell’attesa dei suoi film. Nel frattempo, godetevi il Batwing che da solo vale il prezzo del biglietto. Sempre e comunque.

Aeris (40 Post) Gira sul Web dall'inizio del nuovo millennio e da allora ha fatto un sacco di cose inutili. Legge tanto, tiene a mente tutto ma posta pochissimo, ecco perché non avete mai sentito parlare di lei. Dal 1990 continuano a chiederle quale sia il suo Cavaliere d'Oro preferito; quelle persone stanno ancora aspettando una risposta.

Categories: Recensioni Film

 

5 Responses so far.

  1. yaka ha detto:

    Sono d’accordo soprattutto sul fatto che bane doveva avere più spazio; poi boh, io la prima ora di film ho rischiato di addormentarmi più di una volta… dopo però il film si è ripreso alla grande ed il finale con lieto fine, anche se telefonato, mi è piaciuto molto. Nel complesso meglio del primo ma non ai livelli del secondo… imho

  2. Aldebaran ha detto:

    Concordo sono in parte (e già qui è un caso raro ;-) con la tua analisi.
    Mi spiego: indubbiamente, rispetto agli altri due capitoli della Trilogia, questo è il più simile ad Inception per tentativo di far quadrare il cerchio a discapito di alcuni dettagli di “rigore in verosimiglianza” che aveva sviscerato e raffigurato nei precedenti.
    Vero quindi che abbiamo due-tre momenti ed elementi che potevano essere sviluppati meglio (es., la mega trappola ai poliziotti, evidentemente più simile ad una chiave narrativa fumettistica che verosimile)..
    Ma dissento dalla definizione di “freddezza” del film che questa scelta ha comportato. ANZI, ho citato Inception apposta perché questo sì, seppur magnificente e originale, era un po’ freddo..
    Mentre Il Ritorno del Cavaliere Oscuro l’ho trovato proprio più sentimentale, più melanconico di fine storia a riallaccio di tutto.. e questo oltretutto spiega le differenze coi precedenti e quanto finora commentato.
    Meno filosofico forse, lascia più riflessioni agli spettatori alla Eastwood piuttosto che enunciarle direttamente come nei primi due capitoli, ma più sentimentale.
    Quanto al ruolo del cattivo, secondo me è dai moltierroneamente rapportato al Joker.. Qui avevamo un fuoriclasse per un ruolo su misura che era stato reso in modo inquietantemente verosimile.. Il Joker del compianto Heatcliff non sembrava folle e caricaturale come quello dei fumetti, sembrava lucidamente folle, un malvagio consapevole, per questo era eccezionale e spaventoso.. cavolo, il suo volto dipinto sembrava quasi normale invece che qualcosa di simile ad un pagliaccio.
    BANE, al contrario, è un cattivo sui generis,che si pone su un piano completamente diverso, alla CLAMP se vogliamo: va visto come un falso malvagio.
    E’ un uomo duro e spietato, calpestato dalla vita, non certo da stimare eh ma che compie tutto per amore, per protegegre e servire il suo amore.
    LEI è la vera pazza furiosa.. Che costituendo l’elemento sorpresa che si rivela a fine film, doveva per forza avere un ruolo più ai margini.
    Altra osservazione: i 40 minuti di assenza di Batman sono la cosa che mi è piaciuta di più del film.. Indispensabile per godere letteralmente del suo ingresso, del suo ritorno valchiriano al suono delle musiche meravigliose di Zimmer.
    Postilla finale su ROBIN, per il quale torno al paragone con Inception..
    Alcuni puristi dei fumetti sostengono che non è quel Robin nemmeno in chiave rivisitata da Nolan come lo era ‘Duefacce’ Dent, ritenendolo semplicemente il nuovo Batman dopo l’abdicazione di di Wayne.
    Personalmente, ritengo invece sia un omaggio bipartisan al ruolo di Robin, e per bipartisan intendo un modo alla Inception, appunto, di lasciare il dubbio allo spettatore che mai verrà svelato su chi diventerà..
    Concordo invece pienamente su Catwoman: gestita molto sapientemente ed in pieno stile Nolan.

  3. Aeris ha detto:

    Aldy, sulla questione “freddezza” ho scritto esattamente il contrario. Ho detto che qui, per la prima volta, Nolan ha messo un po’ di sentimento nella pellicola… Cosa che di solito, appunto, non fa. lol

    • Aldebaran ha detto:

      Si è vero l’hai scritto, ma io intendevo dire, e probabilmente non mi sono spiegato bene, che questo sentimentalismo non ha inciso sulla precisione della sceneggiatura.. Nel senso che anche qui Nolan ha voluto quadrare il cerchio e per me c’è riuscito mantenendo la sua freddezza razionale ma amalgamandola col calore delle emozioni rispetto a molte altre sue opere.. Secondo me è impossibile unire cuore e ragione in modo perfetto perché l’emozione non è perfetta.. E anche nei Batman precedenti c’erano delle forzature sulla sceneggiature, oscurate dalle interpretazioni dei singoli e dalla maggiore filosoficità se vogliamo rispetto alla riflessione indotta a caldo.. L’esempio che ho citato, per me emblematico, è proprio nei 40 minuti di attesa di Batman: sembra un mezzo errore, invece è studiato ma stavolta per emozionare. Solo se togli più di quanto sia accettabile riesci a farlo apprezzare in modo intenso quando lo ridai.. Capisci che intendo?

  4. Aeris ha detto:

    Ho capito benissimo che intendi.
    Non volevo dire che ha voluto compensare una sceneggiatura imperfetta a cui non siamo abituati (intesa non solo come storia, ma anche come definizione di personaggi) buttandoci del sentimento in mezzo per ovviare a questa mancanza. Non sia mai. Intendevo dire che nonostante questo sia il film scritto meno bene alla fine è cmq un ottimo prodotto che lascia dietro di sè un bel ricordo; soprattutto per via del fatto che emotivamente è sicuramente il più forte nel catturarti.

    Quando ho citato i 40 minuti di attesa di Batman non l’ho fatto in senso negativo. L’ho detto perché quei 40 minuti in cui attendiamo Batman potevano essere usati decisamente meglio. Non per Batman che è giusto che rimanga in disparte in modo da creare il giusto phatos per il suo arrivo… più che altro per ritrarre magari meglio quei personaggi che ne avevano bisogno (Blake e Miranda su tutti). Dato che hai inserito nel calderone diversi personaggi e tematiche nuove; il tempo a tua disposizione per ritrarli TUTTI bene si riduce drasticamente. Quei 40 minuti potevano essere gestiti meglio dato che Batman era fuori dai giochi.

    Per quanto riguarda cuore e ragione… beh, non trovo affatto che sia impossibile. Un film può avere una sceneggiatura assolutamente solida ed essere allo stesso tempo carico di sentimento. E’ in quel caso che nasce il film da 10 e lode. E’ questo che a Nolan ancora manca. Non sono ancora riuscita a trovare in lui questi due elementi.
    Resta cmq uno dei migliori registi in circolazione; ma gli manca ancora quel “quid” per conquistarmi definitivamente.
    Che è poi il problema di Di Caprio; anche se per ragioni diverse. lol

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