Posted on 17 Set, 2012 by Aeris --- 1 commento

Sono quattro le fasi che si possono attraversare dopo aver visto Prometheus. La prima assomiglia molto alla sensazione di aver appena assistito all’episodio Pilota di un qualche Serial Americano. La seconda è quella di voler picchiare Ridley Scott e Damon Lindelof. La terza ti spinge ad andare sulla Xenopedia per leggere le congetture di migliaia di nerd. La quarta è ammettere che, dopotutto, la curiosità addosso te l’ha messa.

|| Titolo originale: Prometheus
|| Formato: 3D e 2D
|| Genere: Adventure, sci-fi, thriller
|| Uscita USA: 8 Giugno 2012
|| Uscita Italiana: 14 Settembre 2012
|| Diretto da: Ridley Scott
|| Scritto da: John Spaihts, Damon Lindelof
|| Musiche di: Mark Streitenfeld
|| Cast e altro: IMDb

Nel 1979 Ridley Scott decide di accettare la regia di un film tratto dal soggetto di un certo Dan O’Bannon. Si trattava di un filmetto a basso budget intitolato Alien. Scott trasforma la caccia all’alieno in una pellicola tratteggiata da forti momenti di suspance rinnovando il genere fanta-horror. Nel 1986 ecco arrivare quello che non esagera mai: James Cameron. Reduce da quella cosetta chiamata Terminator, prende in mano le redini dello Xenomorfo e sforna Aliens – Scontro finale. Questa volta gli elementi horror spariscono e vengono rimpiazzati da azione, spacconate anni 80, Marines Spaziali ed Alieni che escono dalle fottute pareti. Nel 1992 arriva un certo David Fincher che decide di portare un po’ di concetto in una saga che prima di allora si riduceva alla tag-line “ammazza l’alieno prima che lui ammazzi te”. I produttori non sono d’accordo e rompono talmente tanto che Fincher disconosce il film e abbandona la realizzazione poco prima della fase di montaggio. Ne esce lo sfortunato Alien³; il capitolo potenzialmente più interessante ma che purtroppo rimane vittima di una produzione a dir poco travagliata. E poi basta perché Alien – La clonazione non esiste. A distanza di oltre 30 anni il cerchio si chiude e Ridley Scott, 75 candeline a Novembre, riprende in mano la sua creatura con il desiderio di ampliarne la mitologia. Chi ha seguito la tormentata produzione di Prometheus sa che in origine il film era stato concepito per essere il prequel di Alien; puro e semplice. La sceneggiatura venne affidata a John L’ora nera Spaihts che probabilmente fece una tale schifezza da indurre Scott a chiamare Damon Lost Lindelof che, confondendo cinema con televisione, ha sfornato il film pilota di uno un nuovo franchise ambientato nel medesimo universo: un crossover, insomma.

La cosa migliore di Prometheus è senza dubbio quella di essere riuscito ad incastonarsi con facilità nell’universo del primo Alien senza per questo stravolgere in alcun modo (per ora) gli avvenimenti che abbiamo vissuto con lo sbarco della Nostromo sull’LV-426. Ancora meglio se si pensa che è riuscito a farlo inserendo nel franchise personaggi e tematiche totalmente nuove che inevitabilmente espanderanno tantissimo la mitologia dell’opera. Da questo punto di vista il lavoro di Damon Lindelof è davvero notevole e chi ha seguito Lost non può non accorgersi che dietro a questo disegno generale ci sia la sua mano. Con lui trovano spazio tematiche quali la sua amatissima dicotomia fede-scienza, il dilemma della creazione e quello che ormai tutti gli sceneggiatori che hanno lavorato con Abrams si portano dietro: il rapporto padre-figlio. Il tutto contornato da tanto mistero ed altrettante domande che ovviamente non hanno una risposta. Da questo punto di vista, l’impressione che una persona può farsi di Prometheus è quella di un film zoppo; di una pelliccola che butta nel calderone un sacco di temi senza approfondirne davvero nessuno ma rimandando tutto alla prossima puntata. Se una cosa del genere funziona benissimo in televisione dove l’attesa è rimandata di una settimana… non è altrettanto detto che riesca a colpire anche sul grande schermo dove i tempi vengono dilatati e ci si ritrova a vedere il secondo episodio con 3 anni di differita rispetto alla primo. Nel frattempo magari ci siamo sposati, abbiamo avuto dei figli e ci siamo scordati la trama del film precedente dato che il cinema è prima di tutto intrattenimento e non tutti sono nerd come me. Vista così le critiche mosse a Prometheus sono comprensibilissime; soprattutto se consideriamo il fatto che la trama del film non è assolutamente all’altezza del contesto in cui è ambientato. Se invece a far bruciare gli animi è il fatto di dover cercare da soli le risposte allora non potete avere la mia comprensione. Ogni tanto è bello che vengano create delle storie che chiedano allo spettatore di trovare una soluzione unendo i tasselli del puzzle, come nella vita reale d’altronde.

Se il pregio principale del film è l’espansione della sua stessa mitologia, nonché la confezione generale con cui questo ci è presentato; non si può dire la stessa cosa per la storia che poi troviamo al suo interno. Precisiamo: la prima ora è a dir poco meravigliosa e visivamente è uno spettacolo per gli occhi; a partire dagli interni dell’astronave per finire con le scenografie e il design alieno. I richiami al classico del 1979 sono numerosi: lo sbarco della Prometheus sull’ LV-223 ricorda molto l’atterraggio della Nostromo sul simile 426.  Scott riesce anche a ri-evocare le stesse atmosfere giocando su fattori completamente opposti: se in Alien il senso di angoscia era dovuto alla sensazione di prigionia, qui è la vastità che ti fa sentire in trappola. Durante la prima parte assistiamo anche a dialoghi ben costruiti ed in particolare il David di Fassbender ci regala dei momenti davvero superlativi quando parla del perché è stato creato; tanto da far pensare che una delle risposte sia già qui, sotto il naso di tutti. Anche Noomi Rapace non si comporta affatto male e, pur richiamando spudoratamente la figura di Ellen Ripley, il ritratto che esce del suo personaggio è decisamente diverso. E le buone notizie sono finite perché la seconda parte è un salto nel buio; a cominciare da Charlize Theron che per tutto il film sembra riservare chissà quale sorpresa e poi… niente: tanti spunti interessanti lasciati cadere, così. Per non parlare di personaggi che sembrano usciti da Scary Movie; talmente idioti da andare a fare “pucci pucci” all’alieno. Insomma, siamo ai livelli della tettona che nei film horror sale le scale invece che prendere la porta ed uscire di casa. Il vero problema è che ad un certo punto il film parte proprio per la tangente ed abbandona quasi completamente tutte le premesse interessanti che ci aveva mostrato nella prima ora; come se non ce le volesse far conoscere subito. Nell’ottica di un sequel tutto questo può anche andare bene, non è certo sbagliato tenersi il piatto forte per il seguito. Il guaio è che quello che ci viene raccontato per distrarci è proprio di basso livello, tanto che tolti un paio di momenti, è davvero difficile riuscire a salvare qualcosa di quello che accade nel movimentato rush finale.

Alla fine dei conti rimane un film che per essere valutato appieno deve aspettare di dare alla luce il suo stesso seguito perché, così com’è, non riesce a soddisfare tutte le aspettative che gli sono nate intorno in tutti gli anni di produzione ma, soprattutto, quelle che lui stesso ti ha sbattuto in faccia nei primi minuti di proiezione… ma anche in quell‘ultimo secondo, dai.

Aeris (40 Post) Gira sul Web dall'inizio del nuovo millennio e da allora ha fatto un sacco di cose inutili. Legge tanto, tiene a mente tutto ma posta pochissimo, ecco perché non avete mai sentito parlare di lei. Dal 1990 continuano a chiederle quale sia il suo Cavaliere d'Oro preferito; quelle persone stanno ancora aspettando una risposta.

Categories: Recensioni Film

 

One Response so far.

  1. DarkAryn ha detto:

    Ciao, complimenti per il blog e per come scrivi, veramente bene!
    Concordo in toto con la tua recensione di Prometheus, un bel film con una seconda parte che lascia troppi punti di domanda, cose buttate li che lasciano un attimo spiazzati, peccato.

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