Nelle puntate precendenti:
Lo so, in realtà stavate aspettando l’articolo su Axia, sulle Galaxian Wars e sui Black Saint, e vi giuro che l’ho pure iniziato. Il problema è che a un certo punto, mentre ero impegnata nel farmi una mappa mentale ordinata su come organizzare questa impresa titanica, cercando di non essere troppo ripetitiva e dispersiva, mi sono scontrata con l’elefante del Saintverse che tutti fanno finta di non vedere: i quattro Film Storici. Ho pensato a lungo su come comportarmi a riguardo, se parlarne di volta in volta o in conclusione, ma poi mi sono resa conto che un articolo a mo’ di memo – come la genesi – sarebbe stata l’idea migliore, in una rubrica come questa che nasce con il preciso scopo di indagare su quanto anime e manga si siano sempre influenzati a vicenda, perché molto di quello che il cartone e Kurumada hanno poi sviluppato in corso di serializzazione proviene dai Film stessi. In un certo senso, è quindi la serie ad essere ripetitiva nei confronti dei lungo-medio-metraggi, e non viceversa.
Lo sviluppo dei quattro Film era infatti parallelo alla messa in onda dell’anime, nonché alla serializzazione del manga, e per un occhio particolarmente allenato è abbastanza facile risalire anche ai tempi esatti della loro produzione che, necessariamente, coincideva con l’assenza prolungata di Araki e Himeno dall’animazione degli episodi regolari. Insomma, se a un certo punto del cartone incominciate ad avvertire la mancanza spasmodica di Araki, o iniziate a domandarvi come mai siano passate così tante puntate dall’ultima bellissima che avete visto, non preoccupatevi: lui e la Himeno erano semplicemente al lavoro sui Film.
Vediamo di essere più chiari.
LA QUESTIONE KURUMADA: in linea generale, Kurumada ha collaborato alla produzione di tutti i Film, e questo lo sappiamo grazie alle sue dichiarazioni contenute nel pamphlet de La Leggenda dei Guerrieri Scarlatti, il lungometraggio dedicato ad Abel, distribuito nei cinema prima della proiezione.
Grazie agli sforzi dello staff produttivo e al sostegno dei fan,
i film usciti al cinema nell’estate dello scorso anno [il primo] e in
questa primavera [il secondo] sono diventati molto popolari.
In qualità di autore dell’opera originale vorrei esprimervi la mia gratitudine.
Nonostante i film siano storie originali e separate dal manga,
mi sono impegnato nella loro produzione, contribuendo alla composizione
della trama e al design dei personaggi. […] Sono molto elettrizzato in vista
del lungometraggio di questa estate [il terzo], sarà un film simile
alle grandi produzioni occidentali. Ho lavorato alla sceneggiatura e parlato molto
con la produzione, tutto al fine di farne un film interessante. […]
Masami Kurumada / Pamphlet de La Leggenda dei Guerrieri Scarlatti
Le domande che ci facciamo tutti da quasi 30 anni sono evidenti: quali idee ha dato? Di cosa si è occupato di preciso? Ha fornito una bozza per la trama o l’ha anche sviluppata? E i nemici? Le loro tecniche? E’ tutta roba sua? Dove finisce Kurumada e comincia la Toei?
Sono dilemmi amletici a cui, purtroppo o per fortuna, non troveremo mai una risposta certa; a remarci contro c’è infatti la straordinaria capacità – tutta Kurumadiana – di scordarsi le cose.
Nel primo film mi sono occupato del design e dei nomi dei nemici,
non ricordo invece se seguirono le mie idee per i loro colpi.
Non collaborai ai film successivi per via del team di produttori,
ma aiutai un po’ nella storia e nei disegni di alcuni personaggi.
Masami Kurumada // Intervista di Henshin
In un fandom come quello di Saint Seiya, abituato a cercare la paternità di qualsiasi cosa solo per dispensare meriti e – soprattutto – colpe, quest’ultima dichiarazione equivale più o meno a un mezzo inferno. Nonostante sia un’intervista del 2002, e quindi di quasi 15 anni successiva al Terzo Film (tipo che dai, ci sta anche che ti scordi qualcosa), rimane abbastanza evidente un certo ridimensionamento dello stesso Kurumada sul proprio contributo ai Film, specialmente per quelli successivi al Primo; da qui in poi è tutta un’Another Dimension di ipotesi.
L’idea che mi sono fatta nel corso degli anni – leggendo interviste, note di produzione o, semplicemente, osservando e studiando Saint Seiya fino allo sfinimento – è che il contributo di Kurumada ai Film sia andato piano piano assottigliandosi, partendo da un suo importante e fondamentale lavoro sul Primo, per poi diluirsi progressivamente con le produzioni successive, fornendo veloci consigli per la trama e schizzi per il design di alcuni personaggi come Frey, Freya, Loki, Dolvar o lo stesso Abel. Niente di strano, insomma, se consideriamo la costante serializzazione settimanale del manga, nonché l’eventuale pressione emotiva (e fisica) dovuta alla crescita di popolarità della serie.
E’ importante sottilineare questo fattore, e non per accusare Kurumada di aver copiato o la Toei di ripetitività, ma piuttosto per riuscire a comprendere quanto questi Film siano stati fondamentali nell’economia dell’anime e del manga, e non solo per la loro indiscussa qualità artistica (dei primi tre, almeno).
RIPETITIVITA’ SI’ MA ANCHE NO: arrivati in Italia a serie conclusa, i Film sono sempre stati guardati dai fan con una certa indifferenza, quasi ai limiti della noia. Essendo slegati completamente dal cartone animato, si tratta tutto sommato di un pensiero abbastanza legittimo e comprensibile: sono ripetitivi, autoconclusivi e inseriscono fino allo sfinimento situazioni già viste o lette durante cartone e manga. Visto uno, li hai visti tutti; e in parte è pure vero. Io stessa tendo a consigliarne la visione solamente a saga conclusa: Saint Seiya ha una struttura ripetitiva di base, non abbiamo bisogno di vedere Pegasus che scaglia sempre la freccia del Sagittario quando possiamo stupircene davvero nel Chapter Poseidon, e per la prima volta.
Con il passare degli anni, i Film sono caduti in un certo senso nel dimenticatoio e vengono spesso snobbati anche dagli stessi fan che ormai inseriscono i propri DVD nel lettore solo per screenshottare i pazzeschi primi piani di Saga e Abel. Va bene così, mi rendo conto che non possiamo essere tutti quanti dei secchioni e che Saint Seiya si voglia vedere e gustare ancor prima di analizzare, ma la verità è che molte delle idee narrative che caratterizzeranno e formeranno I Cavalieri così come li conosciamo sono state lanciate proprio dai Film.
Come detto, la loro produzione era parallela al cuore della serializzazione di manga e anime, e i loro tempi di lavorazione si aggiravano tra i 3 e i 5 mesi ciascuno. In poche parole: fuori un Film, dentro un altro. Il loro primo obiettivo era evidente: avvicinare il pubblico alla serie regolare, condensando nei pochi minuti a disposizione lo spirito, i tormentoni e i clichè dell’opera; e quindi Athena si ficcherà stupidamente in qualche guaio, Ikki interverrà certamente per salvare Shun mentre Hyoga vincerà l’estrazione del combattimento più emotivo del turno. Shiryu resterà sicuramente nudo e Seiya porterà in salvo Saori, magari indossando l’Armatura di Sagittarius e possibilmente con qualche burrone alle spalle. In poche parole, Saint Seiya, o più precisamente la sua struttura narrativa.
A questo punto possiamo anche dirlo: no, grazie, ne facciamo anche a meno di quattro Film tutti così, e in effetti è il commento che prima o poi scappa più o meno a tutti, soprattutto a lungo termine; eppure queste quattro produzioni hanno avuto un compito ancora più delicato che comunemente tende a passare inosservato dai più: testare il gradimento del pubblico verso l’introduzione di numerosi spunti originali, in modo che successivamente potessero essere sviluppati nel corso di anime e manga. Che poi queste scelte narrative siano da attribuire a Kurumada, a Yamauchi, a Suga o a Koyama non è importante; hanno funzionato talmente bene che riciclarle era diventato un passo ormai obbligatorio; si tratta della famosa sinergia che ha sempre abbracciato la produzione di cartone e fumetto, e di cui i Film fanno ampiamente parte. Saranno anche fuori dalla continuity, ma sono stati spaventosamente importanti. Vediamone i motivi.
LA DEA DELLA DISCORDIA: diretto da Kozo Morishita (il regista generale dei primi 73 episodi) su una sceneggiatura di Yoshiyuki Suga (che successivamente si occuperà della composizione di Asgard e, più in là ancora, degli OAV del Lost Canvas), esce nei cinema Giapponesi il 18 Luglio 1987. In quel momento l’anime stava trasmettendo il duello tra Aiolia e Seiya a Tokyo, mentre il manga era occupato sui capitoli della Sesta Casa. I tempi di produzione chiaramente sono di gran lunga antecedenti e possiamo fissarli grosso-modo in corrispondenza dell’arrivo dei Silver nell’anime, e dell’inizio della Scalata nel fumetto.
E’ il Film a cui Kurumada ha collaborato maggiormente, e si vede abbastanza. Privo di tempi morti, assomiglia parecchio ad una giostra che non ne vuole sapere di fermarsi. Ancora oggi penso che sia il mediometraggio dagli scontri migliori e diversificati, se non altro dal punto di vista delle tecniche nemiche. Non da meno, è in questo Film che troverete l’Hoyoku Tensho più maestoso e d’impatto di tutto Saint Seiya.
DA SOTTOLINEARE: Orfeo è, a tutti gli effetti, il primo Musico di tutto Saint Seiya a scendere in campo e quindi, se amate questa tipologia di Guerrieri, vi tocca ringraziarlo. Il suo Requiem è passato alla storia per essere una delle melodie più amate e abusate dall’intero fandom, e quindi pensate per un momento a tutta la sua sofferenza ogni volta che su YouTube viene catalogato sotto al titolo di Mime’s Requiem. Il successo di questo personaggio spingerà la Toei a riciclarne design, tecniche e postura per il Mime di Asgard a cui tutti quanti vogliamo un sacco di bene. A conti fatti, l’unico elemento che si sforzeranno di cambiare sarà la God Robe di Benetnasch, perché è abbastanza difficile non notare che anche Mime si scontrerà proprio con Shun e Ikki, esattamente come l’Orfeo del Film. Dal canto suo, Kurumada rielaborerà completamente il personaggio nel Chapter Hades, dando vita ad uno degli archi narrativi più commoventi e ispirati di tutto il Meikai.
Può sembrare una sciocchezza ma Eris è la prima divinità a fare il suo ingresso in scena, se si esclude l’ovvia presenza di Athena. Non da meno, è proprio con Discordia che verrà sdoganata la tendenza squisitamente divina a resuscitare gente, nonché a impossessarsi dei corpi di poveri innocenti. Questa storia della possessione piacerà così tanto alla Toei e a Kurumada che da qui in poi inizieranno a inserirla in ogni arco narrativo disponibile.
Uno dei Ghost Five si chiama Maya di Sagitta, lancia frecce e la sua Cloth è pressoché identica a quella di Tramy, il Silver Saint sempre di Sagitta che trafiggerà Saori dando il via alla Scalata. Sappiamo che Kurumada ha collaborato personalmente alla creazione di tutti i Cavalieri al servizio di Eris e, dati i tempi davvero ravvicinati tra la produzione del Film e la pubblicazione del capitolo su Tramy, è probabile che Kurumada abbia voluto replicare l’idea ancora fresca.
Sembra strano, curioso e a tratti ridicolo sottolinearlo con la serie vista e rivista alle spalle, ma la prima freccia dell’intera opera viene scagliata da Seiya proprio in questo Film. E in quello dopo. E in quello dopo ancora. E in quello dopo ancora ancora. A conti fatti, quella scoccata contro Poseidon non era poi ‘sta gran novità.
Passando per un momento alle frivolezze senza fondamento, è importante sottolineare la curiosa abitudine di Hyoga a legare in modo particolare con le dolci donzelle bionde dei filler. Ad Erii, infatti, seguiranno Natassia per il manga (con lo speciale su Blue Grado), e Freya per l’intera Saga di Asgard. Il momento più alto del Primo Film, ad ogni modo, resta lo stop in corsa di Hyoga con le angurie sotto braccio, anguria che ritroveremo più avanti nell’ending del Sanctuary. Ci tenevo a sottolinearlo.
In ultimo, ma magari lo avete notato anche voi dato che è abbastanza evidente, l’intero manga di Saintia Sho è palesemente ispirato a questo Film, tanto che ormai potremmo considerarlo come una sorta di versione alternativa sviluppata per la continuity dell’universo cartaceo. Seppur con design, background e risvolti completamente diversi, ci sono già stati presentati i Saint di Orione, Croce del Sud e Scudo, oltre all’ovvia presenza di Eris con tanto di vestito riciclato. Lascio a voi le ipotesi sui due Guerrieri che mancherebbero all’appello, solo per vedere se riuscite a innescarci sopra una Flame War.
L’ARDENTE SCONTRO DEGLI DEI: guidato da Shigeyasu Yamauchi (futuro regista del Sanctuary, tra le altre cose) e scritto da Takao Koyama (responsabile della composizione dei primi 73 episodi), debutta nei cinema nipponici il 12 Marzo del 1988. L’anime stava mandando in onda lo scontro alla Dodicesima Casa, mentre nel manga era appena incominciata la serializzazione di Poseidon. La produzione del Film la possiamo collocare ancora più indietro, tra la fine e l’inizio dell’anno, in corrispondenza degli eventi dell’Ottava Casa per la serie animata, e lo scontro tra Seiya e Arles!Saga nel manga.
E’ il mediometraggio che ha sdoganato la mitologia nordica nel Saintverse, convincendo quindi la Toei a produrre l’intera Saga di Asgard; e basterebbe soltanto questo per conferirgli infiniti meriti. E’ il Film preferito di Sw@n (che in questo momento mi sta urlando FREY! in Caps Lock), e spesso viene apprezzato anche più del Terzo. La sua colonna sonora, firmata ancora una volta da Seiji Yokoyama, è semplicemente p.a.z.z.e.s.c.a. Se teniamo conto della proprietà transitiva, L’ardente scontro degli Dei è anche il responsabile della realizzazione di Soul of Gold (ehi! L’aveva detto, il DS, che i Cavalieri d’Oro sarebbero giunti ad Asgard!).
DA SOTTOLINEARE: i tempi di produzione di questo Film anticipano largamente il capitolo speciale di Blue Grado, pubblicato sul millesimo numero di Shonen Jump proprio all’epoca della sponsorizzazione della pellicola (e inserito successivamente a chiusura del Volume 13). Sappiamo che Kurumada ha personalmente elaborato il design di diversi personaggi che appariranno nel Film, riciclando successivamente le figure di Frey e Freya per i suoi Alexer e Natassia. E’ quindi possibile che il capitolo dedicato a Blue Grado sia stato realizzato per celebrare e sponsorizzare l’uscita imminente del Film nei cinema, inserendo così nella continuity del manga qualcosa di vagamente simile ad Asgard e – allo stesso tempo – differente. Il concept di Blue Grado – e il suo legame con Atlantide – sarà poi preso in consegna da Shiori Teshirogi che ne farà l’ambientazione dei capitoli dedicati a Degel e Kardia nel Lost Canvas.
Realizzato in parallelo alla produzione della Saga di Asgard, L’ardente scontro degli Dei contiene molti degli elementi che verranno sviluppati successivamente durante la serie nordica, dagli ambienti alle atmosfere. Viene introdotta la figura del Celebrante di Odino, nonché l’incomprensibile abitudine di Hyoga a essere dato per disperso e poi preso in ostaggio dal nemico.
Dal punto di vista unicamente estetico e tattico, è impossibile non notare le somiglianze tra Loki e Alberich, tra Url e Fenrir e tra Rhung e Thor. Più precisamente: Loki è uno strano tizio che assomiglia ad Alberich usando le tecniche di Fenrir, mentre Url è sostanzialmente un Fenrir che brandisce una spada come Alberich. Lo so, adesso siete confusi, ma penso che la stessa cosa sia successa alla Toei: evidentemente hanno mischiato le bozze di Film e serie tv.
I settei presenti sul secondo numero del Jump Gold Selection indicano che inizialmente Midgard doveva avere l’aspetto di Hagen. Durante la produzione gli autori hanno deciso di passare il ruolo di nemico a Hyoga, tenendo da parte il design di Hagen per la serie animata (che comunque diventerà il diretto rivale di Hyoga; #karma).
LA LEGGENDA DEI GUERRIERI SCARLATTI: diretto nuovamente da Shigeyasu Yamauchi e scritto da Yoshiyuki Suga, il Terzo Film dei Cavalieri esce in Giappone il 23 Luglio 1988. In quel momento la serie tv era nel bel mezzo della Saga di Asgard, mentre il manga era impegnato nell’abbattimento della Colonna dell’Oceano Indiano. Essendo il Film più lungo dei quattro, per l’inizio della sua produzione bisogna retrocedere fino al Febbraio dello stesso anno, e quindi di ben 5 mesi (che in realtà sono pochissimi per una pellicola di questo calibro), tant’è che la decisione per la sua realizzazione fu presa ancor prima del rilascio del Secondo Film nelle sale. Ponendo che le prime riunioni consistenti siano partite una manciata di giorni o settimane più tardi, possiamo fissare l’inizio della lavorazione all’altezza della Tredicesima Casa nell’anime, nonché in corrispondenza dei primi capitoli di Poseidon per il fumetto.
E’ il Film preferito dalla stra-grande maggioranza del fandom e non solo per l’ovvia presenza dei Cavalieri d’Oro che… sì, ha sicuramente contribuito in tal senso. La verità è che La leggenda dei Guerrieri Scarlatti, arrivato da noi nel 1994 con i 114 ormai archiviati, ha anticipato un sacco di situazioni inedite che in Italia (ma in generale nel mondo) potevano essere conosciute soltanto dai lettori del manga, e quindi da una netta minoranza della popolazione. In Giappone invece andò ancora meglio: con Kurumada ancora impegnato sulla serializzazione del Chapter Poseidon, il Terzo Film spoilerò letteralmente una buona parte degli eventi del Chapter Hades, e probabilmente senza manco rendersene conto. Nonostante la sottoscritta faccia parte di quella ristrettissima cerchia di sfigati che aveva già letto la Saga di Hades all’epoca di uscita di questa VHS, resta lo stesso il Film di Saint Seiya che preferisco. Non da meno, il mio tema musicale preferito è stato composto proprio per questa pelliccola.
DA SOTTOLINEARE: partiamo subito con il pachiderma nella stanza che tutti indicano sempre, ossia la resurrezione in massa dei Cavalieri d’Oro deceduti durante la battaglia del Santuario, e in qualità di “nemici”. Grazie a un’intervista presente sul terzo numero del Jump Gold Selection, sappiamo che Kurumada aveva qualche idea per la Saga di Hades già all’inizio della serializzazione del Chapter Poseidon, di conseguenza non sarebbe nemmeno poi tanto illogico pensare che – in vista di una guerra contro il Dio dell’Oltretomba – avesse in mente di resuscitare un po’ di bellissima gente. Che abbia suggerito l’idea in fase di produzione o abbia voluto riutilizzarla nel manga visto il grandissimo apprezzamento del pubblico, La leggenda dei Guerrieri Scarlatti anticipa largamente una delle situazioni maggiormente apprezzate e ricordate dell’intera opera.
Pur con le dovute differenze del caso, il comportamento e lo sviluppo dei cinque Gold Saint ricorda perecchio quello che si vedrà più avanti nel Chapter Sanctuary, nello specifico: Desu e Aphro tornano in vita senza il minimo accenno di bontà o redenzione, dei perfetti stronzi insomma, non dissimilmente da come verranno dipinti inizialmente nel Sanctuary. Camus e Shura sdoganeranno il ruolo di quelli devoti che non riescono a essere gestiti degnamente quando c’è il Cavaliere di Gemini nelle vicinanze, mentre Saga – per l’appunto – diventa l’alleato costretto a nascondersi tra le fila nemiche. Mancano solo le lacrime di sangue, va ammesso. Non meno importante – quello de La leggenda dei Guerrieri Scarlatti – è in assoluto il primo Good Saga che riusciamo a vedere in azione; tant’è che molte persone hanno realizzato di amarlo proprio grazie a questo Film. Bellissimo, potentissimo e perfettissimo.
Athena “muore”, e lo fa dopo aver escluso i Bronze Saint da una battaglia che non voleva che combattessero. In particolare è facile notare la delicatezza della regia di Yamauchi, che tende a indugiare sulle singole reazioni dei personaggi alla morte della loro Dea. Le fondamenta di questa splendida sequenza saranno riprese e amplificate in quello che probabilmente è considerato il punto più alto dell’intero Chapter Sanctuary, e unicamente nella sua versione anime. A conti fatti, lo spirito e le atmosfere di questo Film definiscono l’approccio di Yamauchi all’intero Saint Seiya, dandoci un piccolo assaggio di quello che diventeranno Sanctuary, Meikai e Tenkai Hen, soffermandosi su legami ed emozioni ancor prima che sull’azione.
Già la sola introduzione di tutti questi elementi narrativi basterrebe a decantare l’importanza del Terzo Film nei secoli dei secoli, ma in realtà possiamo indicare un altro paio di situazioni parecchio sfiziose sul versante mazzate: Saga si fa esplodere in cielo portandosi dietro Jaoh, esattamente come farà Kanon con Rhadamantis. Berenike possiede una tecnica a metà strada tra lo Stringer Requiem e il Cosmic Marionation di Minos e, proprio come il Giudice, si scontrerà con Hyoga.
Seiya indosserà l’Armatura del Sagittario, e okay… non è certo una gran sorpresa. La stessa cosa però non può essere detta per le vestizioni di Hyoga e Shiryu, che indosseranno le Cloth dei loro rispettivi Maestri per la prima volta proprio in questo Film, anticipando nuovamente diverse “novità” introdotte nella Saga dei Mari.
In ultimo, ricordate tutta la spiegazioncina che Poseidon farà per due intere puntate a Seiya sui colpi che tornano sempre indietro, se indirizzati verso un Dio? Ecco, Abel gliel’aveva già fatta. Hum, tirando un paio di somme, questo Film ha spoilerato diverse situazioni anche del finale di Poseidon, e senza che nessuno se ne accorgesse.
L’ULTIMA BATTAGLIA: diretto da Masayuki Akehi (regista di diversi episodi dei 114) e scritto ancora una volta da Yoshiyuki Suga, debutta sul grande schermo il 18 Marzo 1989. Alle animazioni troviamo Masahiro Naoi (che in realtà in serie è bravissimo, giuro), e questo è sufficiente per spiegare come mai Araki sia riuscito a occuparsi di circa 1/3 della Saga di Poseidon: evidentemente aveva letto la sceneggiatura del Film. All’epoca della sua trasmissione nei cinema, l’anime doveva ancora trasmettere le ultime tre puntate del Chapter Poseidon, mentre su Shonen Jump venivano pubblicati i capitoli di Mu contro Niobe. Nonostante possa scappare il pensiero assolutamente lecito che la produzione del Film sia durata non più di 5 minuti, bisogna andare ugualmente indietro di circa tre mesi, e quindi in corrispondenza degli eventi del Pacifico del Sud per l’anime, nonché dello scontro finale con Poseidon nel manga.
E’ il Film che manco i fan si ricordano di aver visto e, non essendoci Araki alle animazioni, è inutile anche da un punto di vista puramente estetico. In fondo è una produzione molto coerente: sceglie di essere brutta fino alla fine. L’ultima battaglia è letteralmente l’ultima avventura che vedremo di Saint Seiya in animazione per lunghissimo tempo, e ho sempre avuto la netta sensazione che sia stata realizzata per darci il Chapter Hades che non sarebbe stato realizzato nell’immediato. Se ci pensate, infatti, è l’unico dei quattro Film Storici che tiene in considerazione tutti gli Dei affrontati precedentemente, unificandoli con Lucifero e intavolando in malo modo un discorso Inferno vagamente riconducibile al Meikai che conosciamo. L’unica luce di questo film resta la colonna sonora che ancora una volta si conferma meravigliosa.
DA SOTTOLINEARE: Lucifero viene sconfitto grazie all’unificazione di tutti i Cavalieri d’Oro che concentreranno il loro cosmo nella freccia del Sagittario. Lucifero farà anche un preciso riferimento alle Costellazioni Zodiacali disposte sull’eclittica, e quindi imbevute del potere del Sole. In un modo molto brutto, il Film anticipa chiaramente il concetto che sta alla base del Muro del Pianto.
In ultimo, e questa volta per fortuna, Moa ed Eligor introducono delle precise caratteristiche fisiche che troveremo nel giro di poche settimane anche nei capitoli di Shonen Jump grazie all’introduzione del personaggio di Myu di Papillon. Moa sembra infatti una farfalla uscita dal bozzolo troppo presto; mentre Eligor, da un bozzolo, ci esce proprio.
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E con questo è davvero tutto, penso, non so… magari mi è sfuggito qualcosa, che dite? Certo, mi spiace aver concluso con il Quarto Film e solo adesso mi rendo conto che forse avrei dovuto infilarlo all’inizio, giusto per non essere costretta a chiudere con l’amaro in bocca. Spero di cuore che questo papiro vi abbia detto qualcosa di nuovo o che almeno vi abbia aiutato a realizzare per la prima volta qualcosina che già sapevate. I Film, dopotutto, hanno fatto un sacco di cose per la prima volta. Ricordatelo sempre, prima di dire che sono soltanto belli da vedere (e nemmeno tutti, okay). Prossimo traguardo: Axia, e questa volta sul serio.
Grazie Elisa di cuore questo è, e rimarrà tra i tanti, uno degli articoli più belli per ricchezza dei contenuti perché la maggior parte di noi i film li ha visti, ma alla luce ora delle informazioni e verità sulle scelte, e produzione degli stessi forse anche i più “duri” li ameranno un po’ di più. Io negli anni li amo sempre di più, come il Tenkai che quasi odiavo, perché sono il riassunto assoluto di Saint Seiya e il testamento di Araki – Himeno. Lo disse lo stesso maestro in una vecchia intervista, di tutto quello che aveva fatto non era soddisfatto al massimo di nulla, ma dei tre film andava molto fiero. Saint Seiya non può essere racchiuso solo in un film, o in una puntata sola ma è innegabile che vi siano momenti altissimi e insuperabili come possono essere la puntata 57,le dodici case in generale, le colonne sonore di Asgard, la bellezza e la poesia del mondo marino di Poseidon e la delicatezza del Sanctuary…. e i film soprattutto il terzo. Il capolavoro. Quando voglio avvicinare qualcuno a Saint Seiya faccio vedere il terzo film o il secondo (altra perla) perché sono belli belli belli da morire e se la trama è ripetitiva chissenefrega è un orgasmo per gli occhi. Ci sono solo 4 film di animazione che non mi stanchero’ mai di vedere (jap) : i due film di saint seiya, Ken il guerriero dell’86 e Porco Rosso.
Si adoro i film…anche perché il primo manga che ho letto in assoluto (e di Saint Seiya) risale a “La sanguinosa battaglia degli Dei”. Spero che prima d’introdurre lo spiegone della serie parlerai: del doppiaggio originale, di quello del Maestro Carabelli e di quello fedele.