La storia sin qui…
Camus riesce inaspettatamente nell’impresa di mettere d’accordo le fujoshi Milo/Camus e i sostenitori del bromance tra i due passando dalla parte dei God Warrior con la scusa di una vecchia promessa. Milo non ci sta e decide di suonargliele di santa ragione; nel frattempo, Death Mask e Aphrodite si stanno godendo la loro nuova vita in una ridente cittadina asgardiana, quando Aiolia e Lyfia si trovano giusto a passare di là!
Ep. 04 / Adunata! I sette God Warrior
Durante il fanservice di mille giorni contro Camus, Milo è caduto in una slealissima trappola di fuoco di Surt, God Warrior che vorrebbe spacciarsi come nuovo BFF del redivivo Saint di Acquario. Lo Scorpione, indebolito da Yggdrasil e ferito grazie alla furbissima trovata di Camus di scagliargli addosso una Diamond Dust alle spalle mentre era impegnato ad affrontare Surt, sembra essere in grossa crisi, quando in suo soccorso giunge inaspettatamente Ikki Saga di Gemini.
Portamento fiero e sguardo disgustato dalla QUALITY circostante, Saga, nonostante le proteste di Milo, non esita ad attaccare Sigmund, Surt e Camus con una possente Galaxian Explosion, spazzando via i poveri soldatini-carne-da-cannone lì presenti e la fortezza nemica; al contrario, i tre raccomandati di Andreas protetti dal cheat di Yggdrasil non sembrano aver subito danni e passano al contrattacco, venendo però facilmente neutralizzati da Saga, che infine si teleporta elegantemente via insieme a Milo grazie all’Another Dimension.
Lontano dalla battaglia, Saga consiglia a Milo di tenersi alla larga da Yggdrasil: l’albero è infatti protetto da una barriera, indebolisce e assorbe il loro Cosmo rafforzando al contempo quello dei God Warrior e più si è vicini all’albero, più questi effetti sono evidenti; Milo ricorda allora il similare avvertimento datogli da Camus, ma decide ugualmente di mettere alla prova il proprio Cosmo dirigendosi verso Yggdrasil: se è quello il problema, va risolto alla radice (ha-hah).
Intanto Aiolia e Lyfia hanno finalmente trovato un albergo per la notte e… no ovviamente non succede niente, parliamo di Aiolia, su!
Lyfia non riesce a dormire e rimane a osservare Yggdrasil dall’ampio terrazzo panoramico dell’Hilton di Asgard (ma la riserva di soldi di Lyfia è infinita? Ha una carta con credito illimitato? Manda il conto a palazzo da Hilda? No seriamente, notate le dimensioni di quell’albergo lol), pensierosa. La visione dell’albero sembra avere uno strano influsso sulla ragazza, che per un attimo appare come in trance; un’improvvisa folata di vento le scioglie i capelli facendole volare via il fiocco, che con un agile balzo viene prontamente recuperato, come nella migliore tradizione shojo manga, da Aiolia, appena giunto anche lui là fuori.
Anche il Leoncino è impossibilitato a prendere sonno, ancora scosso dallo scontro dei Cosmi di Milo e Camus percepito poco prima. Nonostante ciò, l’aria notturna sembra portare consiglio ai suoi neuroni, facendo sì che Aiolia finalmente si decida a chiedere a Lyfia la cosa più ovvia… notizie sui God Warrior, of course.
La ragazza li elenca dunque uno per uno, e così i sette ci vengono infine presentati: tra loro i già noti Frodi di Gullinbursti, orgoglioso discendente di una casata devota a Odino, Heracles di Tanngsnir, dall’esplosiva forza bruta, lo stratega Surt di Eikschnir, l’impulsivo Sigmund di Granyl e il crudele Fafnir di Nidhogg; vi sono poi Lenneth Balder di Hraesvelgr, che si dice essere immortale e il (la?) misterioso(a?) Utgardar di Garmr.
Nel frattempo i sette suddetti si trovano al cospetto di Andreas, per ragguagliarlo sugli ultimi accadimenti; Frodi e Heracles vengono pungolati da Surt riguardo alle figuracce rimediate contro i Gold Saint (da che pulpito… quelli contro cui hanno combattuto lui e i suoi compari non hanno nemmeno goddizzato e uno era già ferito), ma i due ribattono che le Cloth di Aiolia e Aldebaran per un attimo hanno mostrato un potere sconosciuto, trasformandosi in qualcos’altro, cosa che genera l’immediato interesse di Andreas; i God Warrior a quel punto premono perché egli dia l’immediato ordine di attaccare i Cavalieri d’Oro, in particolare Surt insiste nel voler colpire ora che Milo di Scorpion è ferito (Surt, ma cos’è questa fissa per Milo, sei forse geloso? BFF wannabe dei miei stivali ;P) ma lui li blocca, chiedendo piuttosto a Fafnir notizie di un certo progetto; questi lo rassicura dicendo che ha trovato la cavia adatta e che non ci vorrà probabilmente molto. Andreas esprime dunque la sua impaziente soddisfazione sotto lo sguardo enigmatico di Utgardar.
La scena si sposta quindi nella città in cui si trovano Aphrodite e Death Mask e ritroviamo il Saint di Cancer nello stesso luogo in cui lo avevamo lasciato… stessa storia/stesso posto/stesso bar? Non proprio: stavolta la sorte sembra arridergli, o meglio, è lui che le dà una mano, anzi uno sguardo, facendo sua la posta in gioco. Poco dopo, mentre si rilassa al bancone suggendo il Sacro Nettare, si rende conto che il proprietario non c’è (che sia il prode oste che lo aveva calcioruotato fuori la scorsa volta?) e il barman gli risponde che si trova all’ospedale per curarsi il mal di schiena, tanto grazie ad Andreas la sanità è completamente gratuita. Death Mask a quel punto non può fare a meno di notare che oltre al proprietario, sono assenti anche molti dei clienti e che il locale è praticamente deserto.
Intanto, a casa di Helena, la fioraia già incontrata nello scorso episodio, è l’ora di andare a dormire e non è certo facile con un banda di scatenati fratellini. La ragazza, lo ricordiamo, è malata e viene sopraffatta da un accesso di tosse; mentre una delle sorelline la soccorre portandole la medicina, gli altri piccoli notano qualcuno dalla finestra: è lui! Il puzzone alcolizzato generoso signore che lascia loro regali profumati alla fragranza di Cantina sulla porta. Helena si affaccia e sull’uscio trova un sacchetto pieno di monete asgardiane (che qui scopriamo chiamarsi ORE) e sperando di farsi sentire da lui, ringrazia ad alta voce il misterioso benefattore, che ovviamente altri non è che Death Mask.
Poco dopo, mentre i bambini ipotizzano che lo sconosciuto e gentile beone possa essere Andreas (quando si dice il rispetto per le istituzioni…), le chiacchiere della famigliola vengono interrotte da un imperioso bussare alla porta: è Fafnir, con addosso la faccia delle migliori intenzioni.
La mattina dopo Death Mask è nella sua camera, assorto a fissare la sua Cloth, quando Aphrodite entra e lo avverte che Aiolia è partito; Death Mask gli chiede se si sia pentito di non essere andato con loro e Aphrodite con una scrollata di spalle dice che non è pronto ad abbandonare quella piacevole cittadina.
Ecco, perdonate se ora esco un attimo dal riassunto, ma devo dire che qui ho avuto di nuovo la stessa splendente sensazione che mi ha accompagnata durante scorsa puntata: Aphrodite mi ha dato l’idea di voler restare intorno a Desu come per tenerlo d’occhio, come se fosse preoccupato per lui (e in effetti di motivi ce ne sarebbero almeno un paio, come si scoprirà più avanti nell’episodio), tanto da andare a recuperarlo all’osteria nell’episodio precedente e perdere tempo con lui in giro per la città, nonostante il richiamo della battaglia non sembri essergli indifferente… una vera e discreta dimostrazione di amicizia da cui un CERTO QUALCUNO dovrebbe prendere esempio, invece di mettere promesse non mantenute a caso davanti agli amici e compagni d’armi di una vita…
in tutti i modi, poco dopo i due si recano nella piazza dove si trova il banco di fiori di Helena, che è però chiuso. Preoccupato, il Saint di Cancer corre a casa della ragazza, dove ci sono solo i fratellini che gli dicono che la ragazza è stata prelevata da un God Warrior e portata all’ospedale affinché la sua malattia venga curata. Il brutto presentimento di Death Mask si fa più forte e il guerriero si affretta in direzione della struttura, in cerca di Helena.
Lo spostarsi della scena sul palazzo dove si trovano i malati rivela che l’inquietudine di Death Mask è decisamente fondata: quel luogo altri non è che uno dei terribili laboratori di Fafnir, in cui le persone vengono usate come cavie legate all’Yggdrasil. In particolare il God Warrior di Nidhogg si sta dedicando alla creazione di quella che sembra una piccola pietra, proprio grazie all’energia sottratta alla povera Helena.
Un petalo rosso interrompe il suo delirio: è Aphrodite, che percependo qualcosa si è recato direttamente in quel luogo! Il Gold Saint di Pisces riduce facilmente all’impotenza Fafnir grazie alle sue rose, tramite le quali riesce anche a leggere nella mente del God Warrior informazioni importanti su Yggdrasil e la sua barriera. Figurone pazzesco di Aphrodite, che guadagna con merito il titolo per la miglior entrata in scena della settimana, spuntandola poi anche nel testa a testa con Saga per il miglior combattimento e uso trasversale dei poteri della puntata, generando e lanciando numerose e tangibilissime rose alla volta, con buona pace di chi pensava che potesse lanciarne solo una alla volta, creando un effetto di moltitudine unicamente a livello illusorio e che non le generasse col suo Cosmo, avendo magari bisogno di un carretto di rose appena colte ogni volta (true story). La situazione sembra dunque ormai completamente a favore del Pesciolino, quando in quel luogo fa la sua comparsa Andreas, venuto a vedere con i suoi occhi quel “qualcosa” di cui parlavano Heracles e Frodi.
Nel frattempo anche Death Mask è arrivato all’esterno della struttura, proprio nel momento in cui questa viene scossa da poderose esplosioni; nel fumo della battaglia, il Saint nota Aphrodite, in fuga per portare in salvo Helena. Non fa però in tempo a tirare un sospiro di sollievo che i due vengono attaccati dalle radici di Yggdrasil e sbalzati in aria.
Death Mask riesce a prendere al volo la ragazza e Aphrodite gli urla di fuggire; nel fare questo il Cavaliere dei Pesci viene colpito e ormai esanime, catturato da Yggdrasil, per la disperazione di Death Mask e lo sconcerto degli altri Gold Saint lontani, che sentono il suo Cosmo scomparire.
Ve lo dico, non riuscirò a scherzare più di tanto da questa parte in poi; perché proprio quando pensavi che Soul of Gold si stesse felicemente avviando verso la comedy, ecco che ha l’idea di colpirti, inaspettato, direttamente nei FEELS*.
*FEELS means SENTIMENTI
Perché Death Mask è sempre stato un Gold Saint sgangherato, uno di quelli che buttano giù le ragazze da un dirupo solo perché stanno disturbando la sua battaglia con le loro preghiere, che vanno a picchiare vecchietti bicentenari e se la prendono con Bronzelli privi di Cloth; uno di quelli che amavi, sì, perché al GOLD non si comanda, ma che mai avresti creduto all’epoca di rivedere nella veste di eroe.
E invece poi te lo ritrovi nell’Hades Sanctuary in versione “Redenzione – beta testing”, a combattere e (ri)morire, stavolta davvero per assolvere al compito di Sacro Guerriero di Athena; e infine davanti al Muro, con il quale può finalmente avere il suo riscatto e la sua fine da vero Saint.
E poi… poi c’è il dopo, quello in cui finito il miracolo, Desu si ritrova con questa vita 2.0 che non sa bene come usare, lui che è sempre vissuto in un certo modo, ma che non è più quello di una volta; lui che davvero non sa proprio da dove cominciare, anche quando incontra una persona che apprezza e che vorrebbe aiutare; lui, che non sa nemmeno se la Cloth, al di fuori di contesti estremi o miracolosi, lo accetterà di nuovo, lasciandosi indossare ancora.
Eh già perché incredibile a dirsi, ora Desu riconosce il tipo di persona che è stato e che nonostante la redenzione, forse ancora crede di essere; d’altronde, le cose non sembrano essere cambiate per gli altri Gold, gli scontri tra loro continuano a ripertersi, quindi perché per lui dovrebbe essere diverso?
A differenza di prima però, stavolta il suo vecchio modo di essere gli pesa.
E quindi si nasconde, dagli occhi degli Asgardiani, nascondendo il suo status di Cavaliere d’Athena, dagli occhi dei compagni, sottraendosi alla battaglia, dagli occhi della sua bella, vincendo in bisca i soldi per lei tra un bicchiere e l’altro e lasciandoglieli davanti alla porta senza farsi vedere e infine, dai propri occhi e dalle neonate buone intenzioni che non è abituato ad avere, come quando fa finta di essere stato inviato dal vicino di negozio di Helena a vedere che fine avesse fatto la ragazza. Ed è questo il Death Mask che si ritrova a vedere Aphrodite catturato e Helena ridotta in fin di vita, con Andreas che si prende gioco del Pescetto, che ha rischiato tanto solo per salvare una donna e dello stesso Death Mask, privo di Cloth. Il nostro eroe cerca di ribattere facendo la voce grossa, ma sa che senza l’Armatura la situazione è disperata. A quel punto però, la sorpresa: quella Cloth che lui non osa ancora richiamare freme per correre in suo aiuto!
Desu grida quindi il suo nome e l’Armatura di Cancer lo riveste; un Sekishiki MeikaiHa in Gold dopo tanto tempo incendia la folla.
Andreas non è però un avversario comune e respinge facilmente il colpo, continuando a insultare Death Mask, definendolo debole, il peggiore tra i Saint che conosce, cosa a cui Desu non riesce a ribattere, poiché lui stesso si considera tale; tuttavia anche uno come lui, dice, ha potuto incontrare lì ad Asgard una come Helena, che nonostante la malattia e i sacrifici, ha sempre il sorriso sulle labbra; il Saint afferma che avrebbe tanto voluto aiutarla, ma che non c’era niente che uno come lui potesse fare.
Andreas decide di rigirare il coltello nella piaga dicendo che è esatto, non c’è nulla che lui possa fare, la sua rinascita non ha alcun senso e così dicendo, gli scatena contro le radici di Yggdrasil. In quel momento però Helena, raccogliendo le ultime forze, chiede a Death Mask di dire ai suoi fratelli di stare sempre uniti e sostenersi a vicenda; vedendola così e sentendo quelle parole, Desu riesce a fermare la radice che sta per colpirlo e incendiando il suo Cosmo, grida alla ragazza di non rinunciare a vivere.
L’espansione cosmica del Granchio sembra inarrestabile, tanto da provocare, con somma letizia di Andreas, l’evoluzione dell’Armatura d’Oro di Cancer in God Cloth!
Ovviamente quel punto non ce n’è più per nessuno, Death Mask spazza via le radici con un potente colpo, mettendo fine alla battaglia; Andreas non è però sconfitto e osservando dall’alto le rovine lasciate dalla lotta contro Aphrodite prima e Death Mask poi, sorride, commentando compiaciuto di essere stato fortunato ad aver potuto osservare con i suoi occhi quel qualcosa di diverso di cui parlavano Frodi e Heracles.
Intanto giù tra polvere e macerie, Death Mask sostiene tra le braccia Helena, ormai debolissima: la ragazza gli esprime la sua gratitudine per il denaro, ma Desu afferma di non saperne niente e le dice di non sforzarsi; le condizioni della giovane sembrano però ormai disperate e con un ultimo ringraziamento si abbandona, esanime, lasciando Death Mask a piangere amare lacrime.
La scena si sposta quindi in un luogo misterioso, che sembra essere situato all’interno delle radici di Yggdrasil: al centro vi è una sfera rossa, circondata da 12 piattaforme; su una di queste si trova la Cloth dei Pesci e accanto, in una capsula trasparente inglobata nelle radici, simile a quelle in cui erano rinchiuse le cavie di Fafnir, vi è Aphrodite, ancora apparentemente privo di conoscenza
Che il vero scopo di Andreas sia dunque quello di collezionare Myth a grandezza naturale riunire lì tutte le 12 Gold Cloth insieme ai loro custodi?
E sull’espressione soddisfatta di Andreas l’episodio si chiude; nel post puntata, scopriamo finalmente dove fosse diretto Mu per chiedere notizie delle God Cloth: la scorsa volta, le ipotesi si erano sprecate e ne erano uscite le teorie più fantasiose… che Bud non sia ignominiosamente morto di freddo e Mu stia andando da lui? Che si tratti di Hilda, o addirittura di Flare/Freya, vecchia amica di Kiki? Oppure che tenti l’infiltrazione alla Mission: Impossible nella biblioteca di Megres?
Niente di tutto ciò.
Il riparatore di Cloth del Santuario, colui per il quale le armature non dovrebbero avere segreti è andato chiedere notizie a… Shaka.
Sì, Shaka della Vergine.
Che sta ovviamente ancora nel grottino.
Valanga di pernacchie ed esposizione al pubblico ludibrio… insomma Mu, abbiamo capito che sei il fan numero 1 della ship Aiolia x Lyfia, ma potevi trovare una scusa più credibile per toglierti di torno e non fare il terzo incomodo, eh!
Next Episodio, rinnegati, rinnegati gente ammantata everywhere… hai mai sentito la QUALITY dentro di te?
Mu che si fa spiegare le armature da Shaka è la più grossa fesseria da Regulus vs Rhadamantis, è un vero e proprio insulto. Sono 30 anni che sappiamo che Mu è il tecnico delle armature, ci lavora da una vita, c’è una ragione logica per cui Shaka debba saperne più di lui?! Ma ormai la Mary Sue della vergine viene palesemente intesa dagli sceneggiatori come un deus ex machina: visto che è il cocchino di Buddha, conosce perché sì perché fantasy cose che non ha mai imparato. Andiamo bene!