Previously on Soul of Gold…
I Gold Saint sono rinati misteriosamente ad Asgard a seguito del loro sacrificio davanti al Muro del Pianto. La città Nordica è nuovamente in pericolo e questa volta saranno proprio i Cavalieri d’Oro a doversi scomodare per salvare Hilda. Destinazione: il leggendario Albero Yggdrasil, Deus ex Machina di questa nuova ed incredibile serie che ci catapulta all’improvviso in una comedy più che in uno shonen. Abbiamo visto Saga tirare Galaxian Explosion a caso, Camus militare nelle fila dei God Warrior, Aphrodite in forma come non accadeva da tempo immemore e Desu trovare una sua (triste) redenzione. In tutto questo, Milo, Dohko, Aldy, Aiolia e Lyfia si dirigono verso l’Albero Sacro. All’appello mancano solo Shura e Aiolos. Arriveranno? Il fandom è unanime: Aiolos, tiratela di meno.
Ep. 05 / Suprema! La forza delle God Cloth
L’episodio inizia malissimo, ma questa volta non è colpa della Toei, della Quality o di Camus, bensì dei sempre “ottimi” sub di Crunchyroll che tengono a farci sapere che Desu era innamorato di Helena. Un colpo basso, questo, per una che da due settimane se ne va in giro per la rete a predicare il fatto che Death Mask vedesse nella ragazza un’opportunità di redenzione piuttosto che di una relazione amorosa/limonata/scopata. Perché in mezzo ad un fandom spaccato tra in ed out of character io continuavo a bearmi del fatto che il Cavaliere di Cancer, forse e per la prima volta – dopo essere morto in tipo tre occasioni – fosse riuscito a capire attraverso Helena che la FORZA, ossia quella qualità che lui venera così tanto, potesse avere altre forme. Tranquilli, è così. La prima cosa che ho fatto dopo aver letto quella parola, è stato sguinzagliare Sw@n ed un altro paio di persone affinché mi riferissero le esatte parole del narratore, e quindi: omoi youyou seru shoujo. Che può essere inteso come la ragazza a cui [Desu] si stava affezionando. Voglio sottolinearlo perché dopo 25 anni sono davvero stanca di vedere qualsiasi relazione ridotta ad una banale storia d’amore; siano esse ship het, yaoi o yuri. A maggior ragione se parliamo di un personaggio come Desu che sta rivendicando come suo quel naturale diritto narrativo chiamato cambiamento. In meglio? In peggio? Lo vedremo.
L’episodio comincia da dove lo avevamo lasciato, ossia con Shaka e Mu intenti a parlare della situazione generale. Mu riferisce al Cavaliere della Vergine tutte le informazioni che Aphrodite è riuscito a comunicargli prima di entrare nella collezione di Andreas (dai, onestamente, qualcuno crede che possa essere davvero morto?); veniamo così a sapere che la Barriera di Yggdrasil può essere annullata distruggendo le Great Root, ossia tre pietre enormi posizionate attorno all’Albero e dannatamente simili alla Huge Materia di Final Fantasy VII. La musica sale e Shaka chiede a Mu se voglia davvero intraprendere la missione; a questo punto l’hypemometro implode: dai che Shaka si alza e lo accompagna a fare casino! E invece… niente, il Cavaliere della Vergine dona a Mu il pugnale con cui Athena si era tolta la vita nel Sanctuary, come a dire: quando mi sono svegliato qui ad Asgard, questo affare era di fianco a me. Prendilo, magari è utile. Grazie, Shaka, grazie davvero. Pare di essere tornati ai tempi del Meikai.
Nel frattempo Aiolia, Lyfia, Mu, Aldebaran e Milo si dirigono con estrema calma verso Yggdrasil, quando ecco che Mu si mette telepaticamente in contatto con loro per informarli delle Great Root e della necessità di distruggerle per annullare il Kekkai succhia-cosmo, aggiungendo che tale impresa potrà essere compiuta solamente grazie alle God Cloth. La cosa divertente è che tale informazione sia stata spiegata a Mu da Shaka. Massì, dai, il Cavaliere di Ariete, il più esperto conoscitore di Cloth, la cui fama di ripatore è conosciuta in lungo ed in largo, si è dovuto far spiegare della potenza delle Armature Divine da Shaka. Attento, Mu, di questo passo finirai per essere smistato in Tassorosso.
La scena cambia e si sposta su Andreas, nella sala dei piatti, in contemplazione di qualcosa che sta crescendo all’interno della sfera centrale. A questo punto il traguardo da raggiungere è abbastanza chiaro: l’ipotesi più logica è riempire, con le Dodici Gold Cloth, le Dodici Slot disponibili. Io non so voi, ma tremo all’idea di cosa succederà quando anche la Cloth della Vergine si unirà alla collezione. Non so, esplode tutto? I sogni di Andreas vengono però interrotti da Frodi che informa il Celebrante di Odino dell’avvicinarsi di alcuni Gold Saint all’Albero Sacro. Il God Warrior vuole scendere in campo, ma Andreas gli chiede di aspettare: uno spettacolo interessante sta per cominciare.
E quindi, eccoli, gli incappucciati visti nella preview di due settimane fa. Sono quattro e appaiono di fronte ai nostri ragazzi ormai tragicamente vicini alle Great Root. Nei giorni scorsi le teorie sulle loro identità si sono sprecate, e tutti sognavamo di vedere gente di un certo livello come Sion, e invece sono loro: i Bronzini. Hyoga appare di fronte a Milo, Shiryu davanti a Dohko, Shun incatena Aldy e Aiolia, chiaramente, vince Seiya. Sì, non scomodatevi a dirlo: sarebbe stato molto più bello avere un Pegasus di fronte a Toro e, SPOILER, Shura direttamente contro Aiolia, ma ormai dovrebbe essere chiaro che la Toei, gli accoppiamenti sensati, non riesce più a farli. Deve essere l’influenza Kurumadiana, altrimenti non si spiega. Certo, c’è da dire che Shun e Aldy sono sempre stati personaggi scomodi in tal senso, tant’è che vennero accoppiati per la prima volta durante la rinascita delle Armature V2 nell’anime (provocando le risate generali per il non-sense della coppia); in compenso – però – quella scena ci regalò l’Ikki/Shaka, incredibilmente inutile sul lato pratico, ma tremendamente meravigliosa su quello simbolico, quindi vince lo stesso.
I Cavalieri d’Oro hanno quindi un attimo di smarrimento, Seiya & comp. non dovrebbero essere nell’Elisio? Aiolia, in particolare, parte subito per la tangente ed inizia a disperarsi all’idea che anche i Bronze possano essere morti e resuscitati ad Asgard. In realtà sappiamo tutti cosa sta pensando realmente: ha paura che Seiya gli possa rubare lo status di protagonista della serie. Meno male che ci pensa Lyfia a spiegare la situazione: le illusioni infatti sono opera di Fimbulwinter, un labirinto che appare intorno a Yggdrasil in grado di creare delle manifestazioni illusorie. Guardandola da questa prospettiva, il fatto che i Cavalieri d’Oro vedano quelli di Bronzo, ha in effetti un suo senso abbastanza logico e si potrebbe pensare che – allo stato attuale – la sola cosa che possa spaventare davvero i Gold Saint sia il fallimento della spedizione Elisio con relativa morte di Athena. Presa coscienza della cosa, bastano una manciata di Scarlet Needle, un Great Horn ben assestato ed un Rozan Hyakuryu Ha per porre fine a tre delle quattro illusioni. A passarsela male, invece, è Aiolia in quanto Seiya si evolve rapidamente in Shura di Capricorn con tanto di Excalibur. Mica male, queste illusioni, fossi in Kaysa!Lemuri verrei qui a prendere ripetizioni.
Il Cavaliere del Leone è in evidente difficoltà e non riesce a trovare la forza di affrontare l’illusione dinnanzi a lui; a questo punto Andreas ci informa che Fimbulwinter è in grado di creare delle proiezioni che riflettono ciò che di più oscuro si annida nel cuore nel persone; la cosa non lascia indifferente nemmeno Lyfia che si chiede se Aiolia non abbia dunque un qualche conto in sospeso con Shura… In effetti è così, e Mu non perde tempo per raccontare alla ragazza i cazzi di Aiolia; ossia che fu proprio il Cavaliere di Capricorn ad uccidere Aiolos, il fratello del Leoncino. Parte il flashback ed iniziano i guai: per Mu e la Toei, la Notte degli Inganni, è avvenuta 12 anni prima. Stendiamo un velo pietoso su questo aneddoto temporale e facciamoci tutti insieme una risata pensando al fatto che non è poi tutta colpa nostra se il fandom di Saint Seiya è bipolare, ammettiamo pure che gli autori si impegnano parecchio per renderci tali. Gli anni, comunque, dovrebbero essere 13 (ma anche quasi 14, ormai). La cosa interessante di questo ricordo, però, è che finalmente riusciamo a vedere Shura bambino; più precisamente dovrebbe avere all’incirca 10 anni, a differenza di quanto visto nell’anime storico dove sembrava criogenizzato nel tempo. Quando il vecchio anime trasmise le puntate della Decima Casa, il manga stava serializzando lo scontro tra Arles!Saga e Seiya e, in particolare, stava proprio narrando della storia di Aiolos e Saga, mostrando quindi per la prima volta i Gold Saint bambini. Quello del vecchio anime fu, se vogliamo, un bug di leggerezza dovuto al fatto che molto probabilmente Kurumada non aveva ancora deciso le età effettive di tutti i Cavalieri d’Oro; senza contare che fa sempre molto sorridere il pensiero che Aiolos, quattordicenne e appena scelto come nuovo Pope, riesca a prenderle da uno di 10 anni. Anzi, diciamo le cose come stanno: le età reali dei personaggi sembrano non rispecchiare mai quelle che vediamo, tant’è che scoppio sempre in esilaranti risate quando penso che Aiolos, al Muro del Pianto, ha sempre i suoi 14 anni mentre gli altri sono tutti over 20. Tipo che Aiolos sembra ancora il fratello maggiore nonostante Aiolia lo abbia ormai superato di 6 anni. Ma lo sappiamo, Saint Seiya è scritto benissimo in qualsiasi sua forma.
Aiolia, però, non ci sta e continua a negare a se stesso il suo rancore verso Shura, sostenendo che il Cavaliere di Capricorn aveva solamente compiuto il suo dovere quella notte di 12 13 anni prima. Tesoro mio, ma davvero pensi di non avercela nemmeno un pochino con l’uomo che ti ha praticamente ammazzato il fratello? Eddai, il fandom ci ha costruito sopra 30 anni di doujinshi, fan-fiction e fan-art su questa cosa; confido che possa arrivarci anche tu. La situazione ormai è critica e Aiolia sembra essere sul punto della sconfitta quando ecco che accade quello che tutti avevamo capito sin dall’inizio: arriva Shura, quello vero. Facciamogli un applauso perché è lui il re incontrastato del Best Quality Frame della puntata. Che io li capisco, davvero, i brutti disegni durante una sequenza di movimento, ma pure da fermi no… eccheccavolo.
Il Cavaliere di Capricorn non perde tempo ed attacca immediatamente lo Shura illusorio; la sua Excalibur, però, sembra essere completamente inutile; capisce quindi che solo Aiolia può mettere fine una volta per tutte a quell’illusione da lui stesso generata. Con un Jumping Stone vecchio stampo (sigh! Sono commossa, ma allora a qualcosa serve!), Shura immobilizza il se stesso fake e chiede ad Aiolia di colpire. Il Cavaliere del Leone gli fa presente che rischia di farsi male, ma la cosa sembra non preoccupare Shura che finalmente dà voce a ciò che il fandom aspettava da un pezzo: ossia al senso di colpa per aver privato Aiolia del fratello ed alla promessa che, un giorno, sarebbe riuscito a ri-pagare questo debito. Diciamo pure che la sequenza è da considerarsi come il proseguimento diretto di quell’extra meraviglioso che venne inserito nell’OAV 11 del Sanctuary, quando Shura – sorretto da Aiolia – tentò di confessare all’amico il suo probabile senso di colpa. Lo so, lo so… Quella scena è un tripudio di feels ed è uno dei motivi per cui il Sanctuary è amato così tanto, per questo fa piacere vedere che la Toei – ogni tanto – si ricordi di avere una memoria storica. Aiolia, riconosciuto il valore di Shura e messo a tacere per sempre il rancore che solo lui credeva di non avere, spara un perfetto Lightning Bolt mettendo fine al duello.
Scomparse le illusioni, la nebbia si dirada mettendo in piena luce le tre grosse Great Root circondate dalle radici di Yggdrasil. A questo punto la scena passa a Fred Milo che tuona a Wilma Mu di volere la clava God Cloth prima che Yggdrasil risucchi il cosmo di tutti, non so, come se il Saint di Ariete gliela potesse passare al volo. Mu gli chiede però di aspettare perché l’Armatura dello Scorpione non dispone delle proprietà necessarie per goddizzare. Quali? Siete pronti? Okey, adesso ridiamo.
Avviso per i feticisti della continuity: tappatevi le orecchie e canticchiate una canzone perché non uscirete indenni da questa voragine. Prendetela con filosofia, tipo l’osso della testa è unito all’osso dell’anca, tanto si sapeva dal primo episodio che non si poteva venire a capo di questa situazione senza forzare a dismisura la trama.
Mu ipotizza che non basta espandere ai limiti estremi il proprio cosmo affinché un’Armatura possa evolvere in Gold Cloth, alla base di tale – instabile – trasformazione ci deve essere qualcosa della Dea Athena. Scopriamo quindi che le Cloth dei Cavalieri deceduti durante la battaglia delle Dodici Case (Cancer, Gemini, Capricorn, Aquarius e Pisces) sono state bagnate dalle lacrime di Athena e quindi soggette ad un nuovo potere. Fin qui tutto okey, ma diciamo che tutti ci siamo stesi a terra quando in questo elenco di poveri deceduti è saltato fuori anche il nome di Aldy, misteriosamente morto (o sconfitto a tal punto dal far piangere la Dea) in concomitanza dell’arco di Poseidon.
Ragazzi, Aldy non è mai morto prima dell’incontro con Niobe nell’Hades Chapter. Lo so, ci è andato vicino un numero imprecisato di volte, prima con Mizar/Alcor nell’anime e poi con Sorrento nel manga, ma non è mai morto davvero. La cosa ancora più divertente, però, è che qui sembra quasi che gli autori abbiano fatto un minestrone confondendo gli archi narrativi di Asgard e Poseidon storici. E’ strano che si nomini la Saga dei Mari, facendo un indiretto riferimento a Sorrento, quando questi nell’anime esce di scena (in un primo momento) grazie al suicidio di Siegfried. La cosa assume dei limiti ancora più paradossali se ci soffermiamo a pensare che, nel secondo episodio, Dohko rinfaccia ad Aldy la sconfitta infertagli da Mizar ed Alcor. E quindi? Perché mai Athena dovrebbe aver pianto sulla Cloth di Taurus?! La risposta più logica è una: gli autori hanno preso una cantonata. Fine. Se invece vogliamo metterla in continuity, si potrebbe pensare che Saori, avuta notizia del KO di Aldy al Santuario, sia volata in Grecia ed abbia pianto sulla Cloth di Toro. Fatto questo, si è cambiata ed è corsa ad Asgard. Certo, fa morire dal ridere il fatto che in realtà Aldy fosse tranquillamente a letto accudito da Marin, ma tant’è… evidentemente Athena è talmente consapevole della sfiga di questa povera creatura, che gli ha scavato la tomba senza saperlo.
Mu informa dunque Milo (e tutti gli altri ancora in ascolto) che l’unico modo che hanno, per goddizzare, è servirsi della daga con cui Athena si tolse la vita. L’ipotesi più logica è che il pugnale abbia un tale potere perché intriso del sangue della Dea, ma non è chiaro se la qualità dell’oggetto dipenda da questo, in quanto veniamo a scoprire che anche il ciondolo di Aiolia (appartenuto prima ad Aiolos e poi, per 13 anni, ad Athena) dispone dello stessa capacità, e certo non credo che Saori ci abbia sanguinato sopra, al massimo lo avrà usato come ciuccio. Che solamente gli oggetti cari alla Dea abbiano questi poteri? Quelli che sono stati per lungo tempo a contatto con lei? Lo so, è spiegato di merda. Speriamo che Mu si sbagli. Tra l’altro la domanda sorge spontanea: ma se con la Dea, uno dovesse andarci a letto? Assurge direttamente al ruolo di Tredicesimo Olimpico? (cit. Ody)
Milo chiede quindi a Mu di teletrasportargli il pugnale, ma il Cavaliere di Ariete gli fa presente che, nelle sue condizioni, la God Cloth potrebbe essergli fatale. Milo fa spallucce e ordina a Mu di muoversi. Devo dire che a questo punto ho insultato Mu in più o meno tutte le lingue conosciute. No, perché dovete sapere che è da tipo il secondo episodio che continuo a domandarmi perché perdesse tempo a scalare montagne ed a correre quando potrebbe semplicemente teletrasportarsi. L’ipotesi più logica è che Yggdrasil possa impedire tali capacità, ma questo ragionamento viene meno se, di punto in bianco, è in grado di teletrasportare oggetti. Non che ci volesse tanto, bastava una riga di dialogo, buttata lì, ditele le cose, eccheccazzo, perché così fa veramente la figura da Tassorosso.
I cosmi di Aiolia, Aldebaran e Milo rimbombano per tutta Asgard e le Armature si trasformano in God Cloth. A questo punto il gioco è facile e bastano uno Scarlet Needle (quante ne hai lanciate? 15? Ti prego, dimmi che ne hai lanciate 15, è importante), un Great Horn e un Lightning Plasma per distruggere le Great Root. E mentre mi lascio andare a cori di awwwwww nel vedere Shura che sorregge Aiolia, quasi ad omaggiare il Sanctuary, il mio cuore si spezza sull’immagine di Milo che, sorridente, cade a terra, circondato delle radici di Yggdrasil. La cosa triste, però, non è tanto la sua non-morte, quanto il fatto che ci è negato un qualsiasi moto di dolore o sorpresa da parte di Camus. Lo so, sono ripetitiva, ma è triste vedere le lacrime di Mu ed i volti affranti di Dohko, Shura ed Aiolia… e non avere alcuna immagine di Camus che sicuramente avrà avvertito la scomparsa dell’amico. Ma okey, voglio essere buona, ti darò parte della prossima puntata per dimostrarti dispiaciuto. Nel frattempo: applausi a Milo che riesce ad uscire di scena dopo tre episodi in cui non ha sbagliato un colpo. Evidentemente doveva compensare chi, di colpi, non ne ha centrato manco mezzo. Sì, sono abbastanza inviperita, ma capitemi: è come se i miei due migliori amici avessero litigato. Mi sento lacerata dentro e anche se la cosa sarà sicuramente a fin di bene (perché lo so che c’è un doppio o triplo gioco di mezzo), fa male lo stesso. E pure tanto.
Ma non preoccupatevi, dopo i titoli di coda emerge ancora una volta il grottino e colui che, ai cliffhanger, ormai ci ha fatto l’abbonamento. Vediamo dunque Shaka intento a chiedere direttamente ad Athena (che ricordiamolo, dovrebbe essere nell’Anfora di Hades) il motivo della loro rinascita sulla Terra. Non ci crederete, ma Saori riponde e faxa la soluzione del difficile enigma tramite cosmo. Visto? Ve l’aveva detto, il DS, che Virgo era l’uomo più vicino ad Athena. Inchinatevi di fronte alla realtà. Shaka si alza, indossa l’Armatura ed apre i suoi bellissimi occhi azzurri verde acqua. Che io li amo, gli occhi di Shaka, ma cazzo se odio il Sanctuary per questa cosa. L’hype implode, la frenesia è alle stelle, tant’è che mi vedrò costretta a scippare il prossimo recap a Sw@n se Shaka entrerà in gioco. Certe cose hanno la priorità, ma alla SNAI sono ancora scettici: potrebbe essere il cliffhanger del cliffhanger.
Ma scusate… un’armatura, per “Goddizzare”, non necessitava esclusivamente del sangue di Atena? O ricordo male io? Ora anche le lacrime o un oggetto a lei particolarmente caro vanno bene?!?! E questo a prescindere dall’errore fatto su Aldebaran… mah! o.O
E poi una cosa: DOVETE FARE UN ARTICOLO SULLA MANIA CHE HANNO I GOLD A NON VOLER IN NESSUN MODO INDOSSARE L’ELMO!!! Ma che gli da fastidio!?!?!? Ormai solo Camus, Aldy e Death Mask lo portano! Ari-mah! o.O
No, ricordi bene, in genere serve il sangue di Athena; qui – a quanto pare – bastano le lacrime o un oggetto legato alla Dea. Sugli elmi, beh, è un particolare in più da disegnare ed animare; non pretendiamo troppo. X’D