La storia sin qui…
I Gold Saint si inoltrano dentro l’Yggdrasil, scoprendo da Lyfia che per avere una possibilità di vittoria dovranno distruggere le sette statue nelle stanze protette dai God Warrior. I Cavalieri d’Athena si dividono, dando così via ad una scalata pregna di incontri (non) casuali!
Ep. 07 / Feroce Sisma! God Cloth vs God Cloth
Le battaglie nelle stanze dei God Warrior hanno ormai avuto inizio: nella stanza dell’Eroe Aiolia sta affrontando Frodi e cerca di nuovo di farlo ragionare sul pericolo che corre Asgard a causa di Yggdrasil; il guerriero d’Odino però rifiuta di ascoltarlo, affermando che non si farà ingannare dalle assurdità che Lyfia continua a ripetere e respinge Aiolia con decisione; il Gold Saint del Leone rimane per un attimo sorpreso dal nuovo potere che l’avversario sembra manifestare e Frodi dal canto suo, si vanta del fatto che i nuovi Zaffiri di Odino amplifichino la forza dei God Warrior: ormai i Cavalieri d’Oro non sono più al loro livello, nonostante abbiano riacquistato il loro Cosmo grazie alla distruzione delle Grandi Radici.
Aiolia però non si fa impressionare e si prepara al contrattacco, affermando che Frodi si sbaglia se pensa che il potere dei guerrieri d’élite di Athena si limiti solo a quello; il Leone, con un Lightining Bolt ben calibrato, appiccica dunque il guerriero del Nord alla statua alle sue spalle. Di nuovo Aiolia lo invita a farsi da parte, ma Frodi, ricaduto pesantemente a terra, si rialza e giura che lo fermerà anche a costo della sua vita; nel pronunciare queste parole, un sinistro bagliore purpureo gli incendia lo sguardo.
Nel frattempo, nella sala del trono di Andreas, il Gran Collezionista nuovo Celebrante di Odino è alle prese con i suoi graziosi diorami le scacchiere tramite cui osserva la situazione dei combattimenti, concentrato in particolare sulla stanza in cui si sta svolgendo lo scontro delle promesse!
Andiamo allora da Shura e Camus? Niente affatto, la scena si sposta su Aldebaran e Heracles: il God Warrior sta cercando di convincere un annoiato Aldone a tirare fuori la God Cloth, ma il Cavaliere del Toro non vuole saperne, dato che secondo lui contro un avversario del genere sarebbe uno spreco. Heracles insiste, prima descrivendo quanto sia meravigliosa la forza che alberga nel suo corpo e poi passando agli insulti, col risultato di rendere Aldone ancora più annoiato; il Gold Saint gli ribadisce quanto sia debole e patetico e lo spedisce a decorar colonne con i Cento Rocket Punch del Toro. A quel punto Heracles decide di passare alle maniere forti, fortissime: dove non hanno potuto i suoi colpi fisici rafforzati da Yggdrasil e dagli zaffiri di di Odino, lui decide di ricorrere a… una colonna sradicata.
Sì, la stessa che Aldebaran lo aveva mandato a decorare.
Quando si dice il genio militare.
Ovviamente, nonostante la riserva di Kryptonite sulla cima, il pilone è meno che una carezza addosso al Toro dorato, ma prima che il polverone sollevato svanisca del tutto, Heracles riprova a un attacco quasi a sopresa cercando di colpire Aldebaran con i suoi pugni dopati, strappandogli un’espressione di stupore, mentre negli occhi del God Warrior fiammeggia la stessa luce purpurea vista in quelli di Frodi.
Intanto, nella stanza della Saggezza, Mu sta continuando la sua partita a squash in solitaria, ma stufo di palleggiare Fafnir, decide di porre fine alla questione e distruggere la statua senza perder altro tempo; però, mentre si accinge a ridurre in mille pezzettini quel sobrio esempio di arte asgardiana postapocalittica, Fafnir si rialza, con anch’egli negli occhi la luce purpurea del potere degli Zaffiri e con la sua arma scaglia un colpo verso l’Ariete!
Un altro veloce cambio di scena ci porta poi da Dohko in Helheim: il Saint di Libra è circondato da guerrieri non morti e una strana figura è comparsa sotto la statua; il Cavaliere d’Athena domanda se la rinascita di tutti loro Sacri Guerrieri d’Oro sia stata opera sua, quindi, non ricevendo risposta e adirato dal fatto che si giochi con le anime dei morti, l’attacca con i suoi Cento Draghi; il colpo viene però fermato dal God Warrior Utgardar di Garmr, che con sorpresa di Dohko si proclama custode di quel luogo: se dunque quella figura ammantata non è il protettore di Helheim, allora di chi si tratta?
La risposta gliela dà l’immancabile folata di vento del colpo di scena, che trascendendo ogni legge fisica, chimica, termodinamica e metereologica soffia dal nulla all’interno di una stanza chiusa, spostando il cappuccio dal capo della figura proprio al momento giusto, scoprendo il volto di nientepopodimenoche… Lyfia!
Ma non è il momento di stupirsi (tranquilli, fin qui non c’è pericolo, con tutti questi telefoni che suonano XD), perché giunge finalmente uno dei momenti più attesi (quantomeno da me e Aeris) delle ultime due settimane, il momento in cui si procederà con le giuste mazzate sulle terga del colpevole! Ci spostiamo infatti da Camus e Shura nella stanza del Ghiaccio: i due Sacri Guerrieri stanno già incrociando i pugni, ricordando la prima volta in cui, durante l’Hades Sanctuary, erano stati riportati in vita insieme e avevano affrontato persino il disonore più grande per un Saint pur di compiere la loro missione.
E nonostante ciò, eccoli lì, a combattere l’uno contro l’altro senza risparmiarsi.
Il salire dell’energia cosmica dei due e il conseguente avvicinarsi della goddizzazione viene percepito anche da un impaziente Andreas, che continua entusiasta a seguire la battaglia tramite le sue scacchiere, mentre i due Saint stanno intanto caricando i loro colpi migliori, Excalibur per Shura e Aurora Excution per Camus; le lacrime di Athena che hanno bagnato entrambe le Cloth in passato fanno sì che le armature subiscano una seppur parziale trasformazione, evolvendo il bracciale sinistro di Shura ed entrambi i bracciali di Camus.
Andreas freme: quale potrebbe mai essere il risultato di uno scontro tra due God Cloth?
Frattanto, i due guerrieri d’Athena hanno entrambi lanciato i loro attacchi e nessuno sembra voler indietreggiare di un passo;
l’energia generata dalla collisione tra le due tecniche è possente e la stanza viene ridotta a un cumulo di macerie. Shura giace svenuto nel cratere formatosi a causa dell’impatto cosmico e in quel momento si palesa Surt, che gli punta contro la sua spada, pronto a ucciderlo; una voce però lo trattiene: è Camus, ancora cosciente, anche se ferito. La cosa stupisce Surt, che non immaginava che uno come il Saint del Capricorno, già uccisore di uno dei propri compagni d’armi, l’avrebbe risparmiato; Camus gli dice allora che Shura non l’ha risparmiato, semplicemente ha mirato ad altro, ossia alla statua, la quale infatti mostra vistose crepe che si fanno sempre più profonde fino all’inevitabile crollo, per lo sgomento di Surt.
N.d.a.: devo ammettere che qui ho storto un po’ il naso, perché volevo che Shura legnasse Camus di bruttissimo, ma tatticamente parlando ha in effetti fatto la cosa migliore in quella situazione (e sì, è riuscito anche a picchiare un bel po’ Camus contemporaneamente, quindi alla fin fine, bravo Shura).
Comunque.
Lasciamo Jaheim e torniamo alla battaglia nella stanza del Gigante e dal nostro inossidabile Aldone, ancora alle prese con Heracles: il Cavaliere del Toro percepisce lo scontro delle due God Cloth, ma il God Warrior lo avverte di non distrarsi, continuando ad attaccarlo al fine di convincerlo a far evolvere l’armatura; stufo delle sue provocazioni e ribadendogli di nuovo che con lui la God Cloth non serve, Aldo decide di mettere al suo posto quello zoticone tirandogli una CINQUINA DA ANTOLOGIA, che risuonando nello spazio-tempo fino a un futuro lontano, rende Harbinger del Toro commosso e orgoglioso del suo predecessore.
Heracles a quel punto perde la testa e si lancia all’attacco con i suoi scudi, armi di cui si vantava di non aver più bisogno grazie allo Zaffiro; Aldo s’accorge che ormai la pietra ha preso il controllo della sua anima e lo compatisce, decidendo però di accontentarlo per chiudere la questione; fa quindi evolvere la sua armatura in God Cloth, con Heracles che fa appena in tempo a gioire del risultato, che un Great Horn a braccia distese rischia di espellerlo da ogni piano dell’esistenza conosciuto e non, sbriciolandolo in un mondo di luce e schiaffoni.
Intanto nella stanza del Ghiaccio, mentre le ultime vestigia della statua finiscono di crollare, Surt, dopo un primo momento di sconcerto, si sta facendo grasse risate alla faccia del povero Capricorno: il suo imprudente sacrificio è stato inutile, dice, perché Jaheim nasconde un’altra stanza corredata di apposita statua, Muspelheim, la stanza delle Fiamme! Così Surt rivolge ancora la sua spada contro Shura, pronto a finirlo, ma Camus lo ferma di nuovo: ha avuto un’improvvisa illuminazione e s’è ricordato della gioia che si prova a combattere con un amico e della disperazione che si prova nel perderlo!
Il fragore delle braccia (e non solo) di molti dei fan che crollano a terra è pari solo a quello del WTF che risuona nelle loro menti… ma quindi Camus, non eri tu nell’episodio 3 che hai affrontato Milo (due volte!) e Saga? Cos’era, una controfigura? Un Phantom? Le Anime della Natura? Kaysa?
E quando Aphrodite e Milo sono stati ghermiti ormai esanimi da Yggdrasil non te ne sei accorto?
Dov’eri, in un bunker con schermatura antiCosmo?
No, perché visti i precedenti con tutti loro, anche quei tre in teoria sarebbero amici tuoi tanto quanto, eh.
Quindi perché il combattimento con Shura e la sua perdita sì e gli altri no?
Ma va beh, tralasciamo la questione per ora e andiamo avanti.
Ovviamente a Surt dei problemi di coscienza di Camus non può importare di meno e non esita a spadaruotarlo via quando questi prova materialmente a impedirgli di trafiggere Shura; lo sbalza lontano e poi, fissandolo freddamente, infilza il Saint del Capricorno come uno spiedino, per la disperazione dell’Acquario. Espletata questa pratica, Surt esorta il suo schiavetto il Cavaliere d’Oro ad andare mettersi di guardia fuori per eliminare gli altri guerrieri d’Athena che dovessero giungere, mentre lui si occuperà della stanza delle Fiamme.
Ma ormai Camus non ha più intenzione di obbedirgli, a questo punto conscio che dell’amico di un tempo non c’è forse più nulla da salvare: il peccato di cui si è macchiato il Saint quel giorno ha cambiato Surt per sempre e quel ragazzo che non avrebbe tollerato ingiustizie ormai non esiste più!
Un boato si leva dagli spalti e non è un’ovazione, ma un misto di pernacchie e vuvuzela di dissenso.
Regia, prego, agevolare il filmato, che riassumiamo: Surt è quello che, prima di mettersi a trafiggere uno Shura ormai privo di conoscenza, qualche episodio fa ha colpito Milo, un avversario già ferito e in quel momento impegnato in battaglia con un altro, con una trappola di fuoco nascosta e poi, nella puntata successiva, non ha esitato ad attaccare Saga in tre contro uno.
Quindi Camus, complimenti per l’intuito, te ne sei accorto ben alla terza occasione dei metodi del tuo compare… oh, un momento, allora forse in effetti non c’è da stupirsi se l’illuminazione sugli amici ti è venuta non alla terza, ma addirittura alla quarta volta che affrontavi un tuo compagno d’armi.
Ok, comincio seriamente a pensare che tu sul Muro ci abbia sbattuto la testa, tesoro.
O che tu sia stato vittima dell’invasione dei cervelli giganti.
Delle due l’una.
Ma di nuovo, andiamo a avanti.
Surt non si stupisce più di tanto che Camus voglia tradirlo, in qualche modo se lo aspettava: d’altronde, commenta, lui rimane pur sempre un tirapiedi di Athena; lo sguardo di Surt è gelido e tagliente e riluce del bagliore purpureo degli Zaffiri; Camus è addolorato, voleva davvero usare quella nuova vita per salvare la sua anima dall’oscurità, ma, ammette, è stato un errore: infatti più Surt combatte, più il suo cuore viene inghiottito in un buio profondo. Il God Warrior allora lo colpisce, dicendogli di finirla con le lagne e si pone in posizione d’attacco, urlando il suo nome e il suo titolo, invitando al combattimento Camus, il quale, dopo un attimo di tentennamento, decide che è giunto il momento per il confronto. Surt allora si scaglia contro di lui e lo colpisce con la sua fiamma, ripensando a come, dopo la morte della sorellina Sinmore, lui abbia rinunciato a diventare Saint (sì, qui scopriamo che lui e Camus erano probabilmente compagni d’addestramento) e di come, convintosi di non avere bisogno né di una famiglia, né di compagni, a causa della sua anima bruciante di rancore abbia ottenuto la forza della gelida fiamma azzurra che ora incendia la sua spada e che gli ha permesso di assurgere al rango di God Warrior.
Senza esitare nemmeno un secondo, Surt si lancia di nuovo contro Camus, stavolta colpendolo con la sua fiamma d’odio; l’Acquario subisce il primo attacco, ma poi, bruciando il suo Cosmo, riesce a bloccare il secondo, lasciando Surt, che pensava che Camus ormai non avesse più energie, di stucco; il guerriero d’Athena allora, con le lacrime che gli rigano il volto, gli dice che non vuol più vedere amici cadere (nota tecnica: qui Camus cambia scientemente registro linguistico, passando da “ore”, forma più “rozza” per la parola “io”, a “watashi”, che ne è una forma più “educata”, per indicare se stesso, come se in qualche modo avesse finalmente riguadagnato appieno il suo io e la sua risolutezza, fin lì offuscati dal senso di colpa), ma Surt rigetta con disprezzo quell’affermazione: lui, dice, non ha bisogno di amici e si lancia di nuovo all’attacco.
Camus allora si scrolla le lacrime dal viso ed espandendo il suo Cosmo al limite estremo, riesce a ottenere la God Cloth completa e finalmente, dichiarando che con il suo ghiaccio ardente scioglierà la gelida fiamma di Surt, lancia la sua Aurora Execution contro il God Warrior, che ne viene investito in pieno; il guerriero di Odino impatta tanto brutalmente sulla statua di Muspelheim da creparla, per poi rovinare a terra, immediatamente seguito da Camus, sfiancato dalla God Cloth.
Nel frattempo nella stanza del Gigante, Aldebaran ha sconfitto Heracles, che sta per essere catturato, incredibile a dirsi, da Yggdrasil; mentre il Toro, da bravo gigantone gentile qual è, sta tentando di strapparlo alla pianta, il God Warrior gli dice che ha infine capito cosa gli mancasse: consumato com’era dalla sete di potere aveva dimenticato il coraggio di proteggere gli altri, cosa che invece il Saint possiede; Aldy riesce a liberarlo e lo prende al volo tra le braccia, facendo drizzare le antenne del romance a centinaia di fujoshi.
Heracles però a quel punto gli dice anche che quella sua caratteristica a volte è anche la sua debolezza e mentre pronuncia quelle parole, le radici di Yggdrasil si lanciano verso i due, catturandoli entrambi; Aldo, stretto tra le spire dell’albero, sembra ora impossibilitato a distruggere la statua… ironicamente Heracles, pur sconfitto in battaglia, sembra aver vinto la guerra.
Ma Aldo, lo sappiamo, non è tipo da arrendersi… d’altronde durante le varie serie, ne ha viste e subite di tutti i colori, tanto che Athena è arrivata a piangerlo anche da vivo! Che cosa volete che sia una pianticella per lui?
Bruciando il Cosmo, riesce dunque a liberare arti superiori e torso e a lanciare un altro Great Horn a braccia distese che, inutile dirlo, atomizza la statua, ma sfinisce del tutto il Gold. Heracles è nuovamente sorpreso dall’integerrima grandezza d’animo di Aldone, che con le sue ultime forze avrebbe potuto liberarsi e scappare ed esprime la sua ammirazione per lui mentre Yggdrasil finisce la sua opera, imprigionandoli entrambi.
Intanto in Muspelheim lo scontro tra Camus è Surt è concluso: sia la statua che la stanza stanno crollando e Camus, con le energie rimastegli, si trascina verso Surt; il God Warrior vorrebbe dire qualcosa all’Acquario, ma non riesce, allora il Saint, STRINGENDOGLI LA MANO (no, giuro) gli dice che ha capito e di riposare, SORRIDENDO comprensivo, mentre le lacrime riempiono gli occhi di Surt, ormai redento (o almeno credo).
Mi scuso in anticipo per l’ennesima digressione ma… ve lo dico: per me è stato incredibilmente arduo scrivere delle battaglie che hanno visto coinvolto Camus in questa puntata, perché la sua gestione sin qui mi ha fatta veramente incavolare.
Ricordate? Durante il riassunto dell’episodio 3, Aeris aveva scritto che per Camus sarebbe stato molto difficile uscire bene dalla situazione in cui Toei lo aveva infilato e… e infatti.
Chiariamo, trollate a parte sulla faccenda delle promesse, io personalmente non ce l’ho con le motivazioni di Camus; tra l’altro questa puntata si degna di chiarire un paio di cose solo intuibili negli episodi precedenti (Surt compagno di addestramento di Camus per il ruolo di Saint e il fatto che sembri che dopo la tragedia, il non ancora God Warrior si sia allontanato da tutto e tutti) che rendono leggermente (e ribadisco LEGGERMENTE) più sensata la situazione e il perché questa presa di posizione di Camus sia così tardiva rispetto all’epoca della morte della piccola Sinmore.
Il punto è che non è abbastanza, almeno per quanto mi riguarda.
Non è la prima volta che SoG ci fa intuire/immaginare cose senza spiegarcele, d’altronde la QUALITY e lo spazio dedicato sono quelli che sono, ma finora s’è trattato di cose non dico di poca importanza, ma comunque secondarie rispetto alla caratterizzazione/gestione di un personaggio.
Camus invece è stato travolto dalla slavina da lui stesso provocata, rimanendo intrappolato in una rete di mancate spiegazioni e comportamenti al limite del fuori personaggio.
Ad esempio, non viene spiegato perché mai lo scontro con Shura sia così illuminante per lui: in fondo Camus s’era già dato battaglia con Milo, suo caro amico secondo Toei, e con Saga, che al pari di Shura aveva vissuto con lui la prima rinascita e la scalata nell’Hades Sanctuary.
Che Toei abbia voluto ricalcare un po’ le vicende di Hyoga nella serie classica? Può essere, le dinamiche Camus-Surt ricordano in qualche modo quelle Hyoga-Isaak (il vecchio amico e compagno d’addestramento sprofondato nell’oscurità a causa di un’azione sconsiderata dell’altro) e lo scontro Camus vs Shura può in un certo senso ricordare quelli del Cigno alle 12 Case, dove l’esempio di vari “senior” (lo stesso Camus, Milo) lo aiutano ad aprire gli occhi sulla battaglia; in quest’ottica Shura, più grande d’età e con un importante bagaglio di vicende, potrebbe essere stato considerato più gestibile/sacrificabile di Saga e più adatto di Milo, il cui il rapporto con Camus è più paritario.
Ci starebbe, ma il problema è che niente di tutto ciò è spiegato o ben calibrato, facendo apparire Camus indifferente verso tutti gli altri amici e compagni già affrontati e/o caduti, nonché vacillante nelle sue idee; certo, anche Hyoga vacillava, il punto però è che a differenza di lui, Camus non è un ragazzino, ma un uomo e un guerriero fatto e finito, che nel corso delle serie ha tra l’altro dimostrato di saper restare fermo sulle sue posizioni nonostante le proprie debolezze (perché diciamocelo, Camus ha sempre predicato bene e razzolato male, insegnando freddezza pur essendo di fatto un sentimentalone… ma d’altronde è anche per questo che gli si vuol bene).
Quindi non so, vedere un Camus così trattato mi ha fatto un po’ dispiacere, specie a confronto degli altri Gold, che trovo tutti bene o male centrati.
Detto ciò, tranquillo Camus, non è per questo che smetterò di volerti bene <3.
E anche Milo ti ha già perdonato, lo ha detto a Saga tra le righe <3.
Al massimo mi riservo di insultarti mentalmente ogni qualvolta apparirai in scena senza redimerti da tutto ciò <3.
Con amore, s’intende <3.
Maaaaaa, torniamo alla puntata perché, eh sì! Non è ancora finita!
Il crollo delle due stanze e mezzo più relative statue riecheggia infatti per tutto Yggdrasil, venendo percepito anche dagli altri combattenti e mentre i Saint gioiscono, lo stesso non si può dire di Andreas, che distrugge i poveri totemini di Toro, Capricorno e Acquario con la sola imposizione di una mano.
Nel post sigla ritroviamo il nostro appuntamento (quasi) fisso con la nostra Barbie preferita Virgo Shaka che in Alfheim, il Santuario dell’ordine di Cosmos l’attico di Castello Pandemonium la stanza della Luce si appresta ovviamente ad affrontare il cosiddetto immortale del gruppo dei God Warrior, Balder di Hsrae Hraesveg Hraesvelgr.
Balder sembra aver voglia di fare conversazione, ma Shaka dice di non aver tempo da perdere e gli chiede di farsi da parte; il guerriero d’Odino allora si alza e dichiarando nome e titolo, si prepara allo scontro, subito imitato dal Gold Saint.
Intanto nelle sue stanze Andreas, ripresosi dalla delusione per i diorami andati a ramengo le stanze distrutte, osserva interessato quella battaglia: l’uomo più vicino agli dei contro una vera e propria divinità!
Next Episodio: Barbie vs Barbie! Hai mai sentito la QUALITY dentro di te?
“Ma Aldo, lo sappiamo, non è tipo da arrendersi… d’altronde durante le varie serie, ne ha viste e subite di tutti i colori, tanto che Athena è arrivata a piangerlo anche da vivo! Che cosa volete che sia una pianticella per lui?”
Risata fragorosa e applausi!