Tutti abbiamo dei precisi criteri quando arriva il momento di decidere se continuare a vedere o meno un anime. Per molti è la storia, per altri i disegni o l’insieme delle due cose; io – al contrario – ho un metodo molto più semplice e maturo: l’opening. La radio della mia macchina sputa fuori canzoni dei cartoni ancora oggi e non ve la sto nemmeno a spiegare, la faccia della povera gente che per strada sente arrivare prima “GUNDAM GUNDAM OHHHH OHHHH” che la sottoscritta (a mia discolpa c’è da dire che l’opening Italiana di Gundam è qualcosa di mostruoso, sia chiaro). E quindi è successo che io e Sw@n ci siamo viste il secondo episodio insieme e, niente, mentre si urlavano cose a caso in capslock, ci siamo rese conto che le analisi dell’opening avrebbero occupato praticamente tutto l’intero recap; perciò ci siamo dette: “Okey, meglio farci un post dedicato a parte”. Eccolo.

Sia opening che ending sono cantate dai Root Five, già conosciuti dal fandom per aver partorito soprattutto la seconda opening di Omega che, per inciso, è davvero molto bella. Se per l’ending abbiamo qualcosa di nuovo, non possiamo dire lo stesso per la sigla di testa che ci presenta quella stessa Soldier Dream completamente stuprata che avevamo sentito alla fine del primo episodio. Si sapeva, le due canzoni erano in rete da svariate settimane, ma l’impatto con i disegni è stato un altro paio di maniche. Lo dico subito: il nuovo arrangiamento non mi piace, così come non mi fa impazzire l’accostamento delle immagini che sembrano completamente slegate dal ritmo della musica ma vabbeh, a parte questo, il resto è uno spettacolo se siete dotati di senso dell’umorismo; vediamo perché.

Opening / Soldier Dream

Aiolia che perde pezzi in giro

Come da tradizione (OHMIODDDIOQUANTOSEIBELLA), la sigla inizia con gente che corre verso qualcosa; e questa volta la destinazione è il Muro del Pianto. Chiaramente animarli bene tutti quanti era chiedere troppo, e quindi lo zoom passa su Aiolia che sfonda il Muro, fa casino e rimbalza dall’altra parte volando verso la statua di Odino. Ragazzi, mettiamoci il cuore in pace tutti quanti: Aiolia è il protagonista di questa serie, quindi impariamo a farcelo piacere. Che poi io in realtà a questo Leoincino voglio davvero un mucchio di bene, il problema è che dopo Episode G ne ho fatto indigestione e adesso ne sono praticamente nauseata. Ho anche il bruttissimo presentimento che mi andrà ad indossare la Odin Robe dato che i God Warrior pare abbiano nuovamente incastonati gli Zaffiri nelle nuove Armature, ma chissà.

La cosa divertente è che così, a bassa risoluzione, sembrano pure belli

La scena cambia, ed ecco che finalmente riusciamo a vedere anche gli altri 11. Ho visto e sentito di Saghisti che sono andati in giro a bullarsi del fatto che Saga fosse al centro dell’immagine e ben più in evidenza rispetto a Shaka; segno inequivocabile della supremazia del primo sul secondo. Anche gli Shakisti se ne sono accorti, e pure prima, la differenza è che hanno fatto spallucce perché loro, i problemi di insicurezza, non li hanno. Ragazzi, ho una piccola cosa da riportare alla vostra attenzione, mi spiace (potete pure riderci sopra ma – ai tempi – fu una Flame War; ve lo giuro). 1 – 1, palla al centro.

Aiolia, sì, è una donna… e vuole te

A questo punto fa la sua comparsa anche chi ad Asgard ci abita, ossia Hilda (sempre mezza morta, mi raccomando), sorretta da Freya/Flare e Lyfia che, improvvisamente, si alza ed inizia a correre verso qualcuno. E qui devo togliermi il cappello perché questa sequenza è talmente bella (per concept, eh, non fatemelo ripetere a ogni frase che la realizzazione è degna di un fanmade venuto male) che si merita pure la gif.

gif_aioliaxlyfia

Sono abbastanza sicura del fatto di aver mandato indietro la scena un paio di volte perché ero assurdamente convinta di essere stata vittima di un’allucinazione. Non so, ma credo di non esagerare nel dire che questa è probabilmente la sequenza più love-love che il brand ci abbia mai donato. E’ talmente tanto shojo che, se la mettessimo nell’opening di Sailor Moon, nessuno si accorgerebbe della differenza. Questo, per la sottoscritta, è una sorta di sogno che si avvera perché, in mezzo a tutta la spazzatura degli ultimi anni, ho sempre conservato il sogno non tanto segreto di avere un manga o un anime in stile AU. Che Soul of Gold mi stia regalando momenti da comedy ormai è un dato di fatto, e vedere queste chicche mi fa ricordare che molto spesso mi trovo a sognare di un mondo dove i Cavalieri d’Oro possono finalmente essere liberi di posare le Cloth a terra e godere di una vita semplice. So molto bene che tra Lyfia ed Aiolia non succederà nulla e che questa immagine non implica niente di romantico, ma nel vedere Aiolia che danzava e sorrideva, facendo giravolte, il mio cuore si è letteralmente sciolto. Marin, mi spiace tantissimo, ma come disse giustamente anche Kurumada in uno dei suoi rari momenti di lucidità: “Voi due siete solo grandi amici”.

L’opening quindi prosegue, mostrandoci Aiolia e Frodi che si danno battaglia; ma nessuno ci fa tanto caso perché all’improvviso compaiono loro.

Mille Giorni, sì, di fanservice

La mia ossessione per questi due ormai è una leggenda, al punto che nemmeno riesco a quantificarli, i tag e le notifiche che ho rivenuto su Facebook a causa di questa immagine; e non avete idea di quanto sia seccante il fatto che ogni volta debba specificare che li adori in qualità di amici e non di amanti. La verità è che su Milo e Camus potrei scrivere pagine e pagine che nemmeno una tesi di laurea, ma è paradossale il fatto che possa farlo nonostante il manga non ci abbia mai detto un cazzo sul loro rapporto. Pensateci, non li abbiamo mai visti parlare o dialogare; tutto quello che sappiamo sulla loro relazione deriva dal legame che entrambi instaurano con Hyoga e, fuori da questo contesto, non sappiamo assolutamente niente, al punto che soltanto l’anime è riuscito a regalarci qualche goccia di fanservice; ed è il motivo per cui il quasi strangolamento di Camus nel Sanctuary è diventato una sorta di leggenda. Sarò sincera fino in fondo: loro due sono praticamente l’unico motivo che mi spinge a vedere Soul of Gold. Accontentatemi, vi prego.

Shaka apre gli occhi. Son tutti cazzi vostri, God Warrior

La cosa divertente è che mentre tutti qui si sono esaltati nel vedere i Gold che mettono in mostra – più o meno – le loro tecniche, io su questa sequenza ho iniziato ad imprecare. Gli occhi di Shaka, infatti, sono tornati ad essere verde acqua. Si tratta di un retaggio del Sanctuary – che solo due gatti hanno notato – dove, in linea generale, molti occhi hanno iniziato ad assumere delle colorazioni verdognole. Ecco quindi che Shaka sfoggia due iridi verdine dimenticandosi che dovrebbero essere azzurre. Odierò per sempre a morte il Sanctuary per questa cosa; ad esempio:

Coloristi Toei schizzofrenici

Sì, ragazzi, io noto queste cazzate, e sono molto più importanti eventi come questo che sfaldano il mio mondo a dispetto di tutti quelli che ancora stanno a menarsela per Virgo vs Gemini. Per me potete anche rendere Shaka il Gold più scarso del brand, ma ridategli i suoi occhi (che poi voglio dire, gli occhi di Shaka sono pure fottutamente importanti).

Adesso basta, avete rotto i coglioni con ‘sti Athena Exclamation

Ed eccolo, il fangasm totale, l’Athena Exclamation, DI NUOVO! La sola cosa che sono riuscita a pensare mentre tutto il mondo si stava strappando i capelli dall’emozione, era un semplicissimo NO! Davvero, avete rotto i coglioni con questa svendita di Athena Exclamation; con questo siamo arrivati a… SETTE (sì, io conto anche quello in solitaria di Regulus nel Lost Canvas), sempre che in Soul of Gold ne parta uno solo, eh, perché ho il dubbio atroce che possano esserne lanciati 4 per tirare giù l’Yggdrasil a suon di triplette. Saint Seiya è – in generale – un’opera estremamente ripetitiva e tra manga, anime e film abbiamo avuto una quantità disumana delle solite situazioni sempre riproposte, ed è triste che ancora una volta si ricorra ai medesimi espedienti. Tra l’altro, questo accostamento Saga/Dohko/Mu, è pure bruttissimo e molto a caso. A livello simbolico, sarebbe stato molto più carino mettere un Aldebaran al posto di Saga; se invece osiamo entrare nel regno dei rapporti di forza, beh, Mu mi spiace, ma sei di troppo. Ma forse ho capito: Shaka lo lancerà da solo. Ah, Saghisti, mi spiace davvero tantissimo che Gemini non sia al centro; è sicuramente un segno inequivocabile del fatto che Dohko sia più forte [troll-face here].

!!! Spoiler Alert !!!

A questo punto, ecco che partono gli spudorati ricicli dell’episodio 1. Questa volta, però, la panoramica è completa e possiamo farci un’idea generale di tutti i God Warrior. E’ andata comunque meglio dell’opening originale che spoilerava al Day One la presenza di Alcor. Sono piccoli miglioramenti anche questi, eh.

Déjà vu

Li ho contati: sono 20, gli svergognati secondi che riciclano parte delle sequenze viste nel primo episodio e trailer. Non male per una sigla che, di secondi, ne dura circa 90. Alla Toei hanno la mia stessa voglia di lavorare, a quanto pare.

Pubblicità, e nemmeno tanto occulta

Milo, mioddddio quanto sei brutto, nemmeno Kawai era riuscito a ridurti così; btw… sulle God Cloth ci ritorneremo quando arriveremo ad analizzare l’ending, per ora fatemi solamente dire che è incredibile come siano riusciti a ridurre Saga. Voglio dire, a parte il fatto che quello non è Saga, bensì Milo, ci vuole davvero un talento disumano per riuscire a peggiorare l’elmo di Gemini. No, perché dovete sapere che è leggendario il fatto che Saga o Kanon siano sempre stati disegnati senza quel cesso in testa; il perché è sostanzialmente chiaro: Kurumada aveva elaborato il design della Cloth dei Gemelli per il Phantom della Terza Casa, e solamente in quella circostanza l’elmo è stilisticamente accattivante (nonché stupendo). Uscendo da tale contesto, però, quella COSA è visivamente una merda, tant’è che persino Kurumada si rifiuterà di metterglielo addosso sino al Muro del Pianto dove, per la prima volta, sarà costretto a disegnarglielo in testa. Il risultato, è risaputo, è osceno. Era l’occasione giusta per riuscire a ri-elaborarlo e niente, non ce l’hanno fatta.

Incredibile, solo due ali per Aiolos, sono sconvolta

Infine riusciamo finalmente a mettere gli occhi anche sulla versione goddizzata della Cloth di Sagittarius; ed è quasi una cosa carina notare che ci hanno risparmiato dalle sei ali da Serafino che un po’ tutti quanti avevamo profetizzato. La cosa strana è che questa immagine mi è piaciuta tantissimo anche per la realizzazione; del tipo che mi sono ritrovata a pensare che forse dei bei disegni, alla Toei, sanno ancora farli e poi, niente, non hai il tempo per fare un complimento che subito gli animatori ti ownano mostrandoti i due che scattosamente vanno a distruggere l’Yggdrasil. Che io ho capito che volevate mostrare la repentinità della cosa; ma un po’ più di cura non guasterebbe, eh. Seguono Hilda, Freya e Lyfia che assistono allo spettacolo e le immancabili linee di movimento – per simulare il movimento che non c’è – delle 12 costellazioni che convergono chissà dove.

Ma Saori proprio non sapete più disegnarla

Siamo dunque giunti alla fine con Aiolia in primo piano che vuole ricordare al mondo il suo status da protagonista (sì, ma lo abbiamo capito, tranquillo), e gli altri 11 che chiudono facendo il giro-tondo. E’ bello notare come Milo sia sempre – SEMPRE – in posa; manco Aphrodite è così prima donna ma vabbeh, ti amo anche per questo.

Ending / Yakusoku no Ashita e

Sempre cantata dai Root Five, l’ending mi è piaciuta davvero molto. Sì, intendo la canzone, mica le immagini, non sbranatemi. Storicamente le ending non brillano per movimento; spesso sono infatti realizzate con immagini statiche o comunque animazioni ridotte all’osso; è normale essendo pensate per accompagnare la chiusura. Tra l’altro sarebbe carino sottolineare che era dai tempi del Sanctuary (o del Lost Canvas) che Saint Seiya non aveva una ending che mostrasse qualcosa. Sì, perché voglio ricordarvi che Meikai ed Elysion si erano limitati a riproporre le immagini degli episodi appena trasmessi. Fa ovviamente eccezione la sigla di chiusura dell’ultimissimo OAV che, quando ci penso, mi viene solo da incazzarmi (l’entrata in scena del Totem di Athena è un insulto al buon gusto, che è quella roba?).

E la Meridiana cambia di nuovo; tutti i punti di riferimento ci togliete

La cosa di mostrare i Totem delle God Cloth a mo’ di credits è una genialata; manco la possibilità di scoprirli un po’ per volta ci hanno dato. Questo è chiaramente uno spot pubblicitario, una sfilata per darci un’anticipazione di tutti i Myth che usciranno da qui sino al 20xx. E’ talmente evidente che ce li mostrano sia di profilo che di spalle, manca solo il logo della Bandai sulla faccia di Athena, poi sarebbe perfetto. Sappiamo tutti che non c’è niente di strano in questo; benché i fan più ingenui usino questo pretesto per gettare fango sulla serie, la verità è che Saint Seiya – da sempre – è stato affiancato alla vendita di modellini; l’unica reale differenza è che prima alla Toei non erano così spudorati. Un tempo arrivava prima il Cavaliere e poi l’action figure (per dire, tra il Sanctuary ed il primo Myth, passò circa un anno); adesso siamo giunti al punto che arrivano prima le immagini dei Myth che gli episodi. La cosa ancora più triste è che tanto ce li compreremo tutti; quindi è giusto dire che un po’ ce le cerchiamo anche. Ma in fondo ci piace così, forse.

Aeris (40 Post) Gira sul Web dall'inizio del nuovo millennio e da allora ha fatto un sacco di cose inutili. Legge tanto, tiene a mente tutto ma posta pochissimo, ecco perché non avete mai sentito parlare di lei. Dal 1990 continuano a chiederle quale sia il suo Cavaliere d'Oro preferito; quelle persone stanno ancora aspettando una risposta.

 

3 Responses so far.

  1. Sabry Chan ha detto:

    A me la sigla sostanzialmente è piaciuta anche se pegasus fantasy resta ancora la mia prefertita. Peró sono d’accordo sulla storia degli urli; ormai sembrano cose da tutti i giorni, peccato.

    Farai anche il secondo episodio?

  2. Ivan ha detto:

    La sigla di apertura fa sanguinare le orecchie. L’arrangiamento è brutto ed è cantata senza alcun entusiasmo. Le canzoni di Hironobu Kageyama non andrebbero toccate.

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