La mia bacheca di Facebook, come molti sanno, è abbastanza monotematica; nel senso che potrei trasformarla benissimo in una fans page chiamata “Nerd is the Way” e nessuno se ne accorgerebbe. Tutto questo mio parlare di notizie che non contemplano in alcun modo Berlusconi, il royal baby, animali, politica, attualità e cronaca nera ha comportato due cose: la prima, e meno importante, è stata quella di rovinarmi la reputazione con tutte quelle persone il cui solo interesse nella vita è farsi l’aperitivo in centro e vabbeh, poco male. La seconda è stata quella di essere tempestata da mille domande diverse che però possono essere tutte riassunte in un unico grande quesito:

“Ma come? I Cavalieri non finivano con la saga di Nettuno? C’è qualcosa dopo? Cosa? E quelli da dove saltano fuori? Ma sono ambientati dopo o prima? E poi cosa sarebbe Omega? Ho visto in giro disegni strani che non capisco. Ma esistono anche altri manga? Aiutami!”

Perfetto, eccomi.
Questo articolo vuole essere una sorta di guida al mondo di Saint Seiya, un elenco di tutte le opere che questo marchio, adesso, comprende. Riuscire ad orientarsi in questo universo è diventato difficile e se siete rimasti fermi agli anni 90 direi che è quasi impossibile. Se l’ultima cosa che avete visto è la Saga di Poseidon, vi consiglierei tranquillamente di fermarvi lì e bearvi di quegli splendidi ricordi. Se invece siete masochisti e volete farvi del male, ecco le istruzioni.

  • Istruzioni per l’uso

1) E’ bene che sappiate che quasi ogni singola opera che porta il nome di Saint Seiya ha l’assurda pretesa di essere ufficialmente in continuity. Questo vuol dire che il Lost Canvas è ufficiale quanto il Next Dimension, e vuol dire anche che Omega è il diretto sequel dell’anime. La stessa cosa vale quindi anche per i manga relativi. Avete presente Evangelion, no? Saprete sicuramente che di Eva esistono diversi manga collaterali che si divertono nel raccontare cose a caso che però non intaccano in alcun modo la continuity della serie originale e che quindi possono essere tranquillamente ignorati. Ecco, con Saint Seiya è la stessa cosa… Solo che qui, il gioco del “facciamo finta che non esistano”, non funziona.  Sì, avete capito bene: è un inferno di incoerenza.
2) La cosa positiva è che il problema della continuity è un grattacapo che ci facciamo solamente noi occidentali. Ai Giapponesi non gliene frega nulla e ogni autore si sente libero di fare un po’ quel cazzo che gli pare senza stare a pensare che i fans Europei e Sud-Americani siano lì, a strapparsi i capelli. Il mio consiglio è di cercare di analizzare ogni opera all’interno del suo stesso contesto e cercare coerenza solamente tra quelli che si possono definire i punti focali della trama. Vi avverto: niente ricerche incrociate nei rapporti di forza perché non ne uscirete vivi. Non ci si riesce nel manga storico, figuriamoci tra un cross-over e l’altro.
3) Questo non vuole essere un articolo su cosa leggere/guardare e cosa no. Per quello dovrete aspettare ancora un po’. Il qui presente è solamente un manuale d’istruzioni che ha il preciso fine di aiutarvi nell’orientamento del Saintverse.
4) La storia di Saint Seiya può tranquillamente essere suddivisa in tre archi che chiameremo:
Il Mito (1985 – 2001), La Rinascita (2002 – 2011) e L’Accanimento Terapeutico (2012 – 2015? Non lo so, non credo proprio, ma ci si spera).

    Il Mito (1985 – 2001)

Saint Seiya - Manga

SAINT SEIYA, IL MANGA: è il nostro Vaso di Pandora; l’opera originale scritta (forse) e disegnata (mmm…) da Masami Kurumada e serializzata sulla rivista Shonen Jump tra la fine del 1985 ed il 1990. Raccolta in 28 tankobon, potremmo dire che fa parte, assieme a Dragon Ball e Hokuto no Ken, dei tre shonen manga di mazzate che hanno dominato e plasmato gli anni 80; tanto che si potrebbero tranquillamente considerare come i diretti antenati di One Piece, Naruto e Bleach. Okey, Saint Seiya è anche il nonno shonen di Sailor Moon.
LA STORIA: tra mitologia, costellazioni, amicizie ed evoluzioni… cinque giovani ragazzi dovranno combattere in difesa della Terra sotto la guida della reincarnazione della Dea Athena. Okey, se detta così vi suona come un’enorme cazzata, pensate a come sarebbe sembrata se vi avessi detto che Saint Seiya comincia con questi cinque giovani sfigati che combattono tra di loro, su un ring INDISTRUTTIBILE, per vincere l’ambita Armatura d’Oro. Il manga è suddiviso principalmente in tre archi narrativi: Santuario, Poseidon e Hades.
COME LO LEGGO: in Italia, il manga è stato stampato in tre diverse edizioni. La prima, ad opera della Granata Press, è approdata nelle edicole nel lontano 1992 quasi in concomitanza con la trasmissione del cartone. Racchiusa in 42 volumetti, è famosa per il suo adattamento a metà strada tra l’anime Italiano ed il manga originale. Successivamente i diritti finirono nelle mani della Star Comics che ri-pubblicò la serie nel 2000 suddividendola in 28 tankobon come in originale. Solamente nel 2008 è arrivata, sempre ad opera della Star Comics, la Perfect Edition che di Perfect non ha nulla. Pubblicata in 22 volumi, gode del formato kanzeban.
CURIOSITA’: Saint Seiya è ispirato ad Ashita no Joe, il manga scritto da Asao Takamori/Ikki Kajiwara e disegnato da Tetsuya Kiba. E’ inutile che vi parli di questo titolo, se siete su questo blog lo conoscete senza dubbio e, in caso contrario: primo, recuperatelo; secondo, sappiate che si tratta solamente dello shonen sportivo per eccellenza (ma anche lo shonen e basta, probabilmente). Che Kurumada sia un grandissimo appassionato di pugilato è cosa nota; d’altronde basta pensare al fatto che a distanza di oltre 30 anni continua a volerci propinare Ring ni Kakero che, come purtroppo tutti i fans di Saint Seiya sanno, è il suo vero amore. Pensando a questo, è facile trovare le similitudini tra i due titoli; soprattutto se ci soffermiamo attentamente sulla lettura dei primi numeri del manga dove, beh, c’è davvero bisogno di dirlo?
MOMENTO AMARCORD: scoprire in edicola questo numero, assolutamente per caso, con la Saga di Hades appena cominciata. E la reazione, più o meno, è stata: “OMMMMIO DIO MA C’E’ QUALCOSA DOPO NETTUNO; SONO TORNATI I CAVALIERI D’ORO E OSSSSANTO CIELO MA VIRGO COMBATTE CONTRO GEMINI; PER NON PARLARE DEL MAESTRO DI SIRIO CHE TORNA GIOVANE”. Accadevano queste cose nel 1994.

Saint Seiya - Anime

SAINT SEIYA, L’ANIME: trasmesso in Giappone tra il 1986 ed il 1989, è universalmente conosciuto come l’anime storico di Saint Seiya. Prodotto dalla Toei Animation e composto da 114 episodi, vanta il character design di Shingo Araki e Michi Himeno ed è accompagnato dalle leggendarie musiche di Seiji Yokoyama. Nel fandom, è consuetudine riferirsi all’anime chiamandolo semplicemente ” i 114 “. Il contributo di Araki verso Saint Seiya è stato talmente incisivo che molto spesso ci si riferisce al cartone definendolo come l’anime di Araki. E’ una cosa curiosa, questa, se si tiene presente che di solito è il regista (o addirittura lo stesso autore del manga) ad essere identificato con l’opera. E vi dirò, è ancora più paradossale se si pensa che le puntate curate da Araki sono solamente 13. Nonostante tutto, le vette artistiche che raggiungono gli episodi diretti da lui rappresentano il punto più alto non solo di Saint Seiya, ma anche della sua intera carriera.
LA STORIA: è la trasposizione animata, più (poco) o meno (parecchio) fedele, del manga classico. A causa della stretta vicinanza con la serializzazione cartacea, l’anime è infarcito di filler e contiene diversi cambiamenti e personaggi originali che muoiono e/o scompaiono misteriosamente esaurito il loro ruolo di tappa-buchi. Come il manga, anche l’anime è suddiviso in tre saghe: Santuario, Asgard e Poseidon. Sì, avete letto bene: la saga nordica non è presente nel manga. Vi concedo 10 minuti per riprendervi.
COME LO GUARDO: tipo ovunque, finché non rimuovono i links da Megavideo Youtube e compagnia varia. I diritti sono comunque in mano alla Yamatovideo che negli ultimi 10 anni non ha fatto altro che ri-pubblicarli. E’ noto anche ai sassi che l’adattamento Italiano di Saint Seiya è profondamente diverso dall’originale sia per contenuti che per il linguaggio molto più aulico e cavalleresco rispetto a quello Giapponese, molto più sempliciotto ed a portata di mano. Chiamato amorevolmente DS – ossia Doppiaggio Storico – l’adattamento Italiano di Saint Seiya è ancora oggi uno degli argomenti più dibattuti dal fandom; nel senso che ci ammazziamo proprio. I dvd della Yamato mantengono il doppiaggio storico (e Giapponese, of course) con l’aggiunta dei sottotitoli fedeli ai dialoghi originali; quindi se li recuperate potete farvi un’idea propria e decidere cosa vi piaccia di più. Inutile che lo dica: io amo il DS, e proprio per questo adoro prenderlo in giro.
CURIOSITA’: la sconfitta di Poseidon segna ufficialmente la fine dell’anime che si chiude con la puntata 114, disegnata da Araki. Ci sarebbe dovuto essere, ovviamente, l’Hades Chapter che però non vide mai la luce principalmente per due ragioni. Primo: il calo di ascolti. Con la messa in onda della Saga di Asgard, il pubblico cominciò ad allontanarsi dall’anime; è cosa nota, infatti, che i Giapponesi non capiscono un cazzo e odiano i filler perché sì. E questo ci porta alla seconda ragione: la stretta vicinanza (AGAIN) con la serializzazione del manga avrebbe obbligato la Toei a produrre un’ennesima saga filler che molto probabilmente avrebbe affossato definitivamente Saint Seiya. I volti dei Cavalieri d’Oro, Hilda, Flare, Dohko, Shunrei, Saori, Seiya e compagni rimarranno, per più di dieci anni, le ultime immagini trasmesse in televisione. Almeno fino al 2002.
MOMENTO AMARCORD: non fatemelo dire di nuovo.

Saint Seiya - Movies

SAINT SEIYA, I 4 FILM: usciti al cinema tra il 1987 e 1989, sono conosciuti come “i quattro film storici” di Saint Seiya. Sono famosi sostanzialmente per due cose: primo, per essere tutti uguali; secondo (e ad eccezione del quarto), per essere uno spettacolo per gli occhi; tanto che lo stesso Araki arriverà a definire il terzo film come il lavoro migliore della sua carriera. Nonostante si possa dare loro una qualche collocazione temporale all’interno del Saintverse, è importante sapere che questi 4 film sono l’unica produzione relativa alla saga che non rientra nella continuity. Sono quindi totalmente ignorabili e completamente inutili ai fini della storia. In ultimo, sono il motivo principale per cui Araki non ha potuto curare un maggior numero di episodi dell’anime dato che la loro produzione era parallela alla serie televisiva. Ora li odiate un po’, vero?
I – LA DEA DELLA DISCODIA: Hyoga si prende una sbandata per la dolcissima (e biondissima, ovviamente) Erii/Daisy che però si rivelerà essere il corpo ospite della Dea della Discordia Eris. Athena rischia di morire ed i Cavalieri dovranno combattere per salvarla. Curiosità: il Ghost Saint Orfeo – ideato da Kurumada stesso – è stato la fonte di ispirazione per Mime e l’Orfeo della serie di Hades. Ed è anche il primo musico ad apparire in tutto Saint Seiya (dopo Seiya che suona la chitarra, ricordiamolo).
II – L’ARDENTE SCONTRO DEGLI DEI: l’intera comitiva, guidata da Saori, non vedendo tornare Hyoga dalle fredde lande di Asgard, decide di partire alla volta della città nordica per scoprire che fine abbia fatto il Cavaliere del Cigno. Inutile dirvi che ad Asgard c’è una biondina, vero? Una volta giunti a destinazione, Athena si fa imprigionare da Balder, ministro di Odino, che la mette a polena di una nave [palmface here]… e signori, questa batte pure il vaso di Hades. I Cavalieri dovranno combattere per salvarla. Curiosità: il film non solo ha ovviamento ispirato l’intera saga di Asgard (tanto che Midgard inizialmente doveva essere lo stesso Artax), ma la sua produzione è anche di parecchio antecedente al capitolo speciale dedicato a Blue Grado con il quale si chiude ufficialmente l’arco delle Dodici Case nel manga. E’ risaputo che Kurumada ha partecipato alla lavorazione dei film, soprattutto dei primi due, ma ancora oggi non è chiara quanta influenza abbia avuto sulla stesura delle storie.
III – LA LEGGENDA DEI GUERRIERI SCARLATTI: il Dio Abel/Febo porta a nuova vita i Cavalieri d’Oro deceduti durante la battaglia delle Dodici Case e si reca da sua sorella, Athena, per chiederle di distruggere e dominare insieme una nuova Terra purificata dal peccato. Saori finge un’alleanza e molto astutamente segue il fratello con la vana speranza di farlo fuori con le sue sole forze. Ovviamente non ci riesce. I Cavalieri dovranno combattere per salvarla. Curiosità: le ispirazioni per quella che poi sarà la saga di Hades si sprecano. Sono talmente numerose che contarle diventa quasi imbarazzante. Ad ogni modo, il terzo film è universalemente ricordato come l’apice artistico di Saint Seiya; nonché per essere il più apprezzato dalla maggior parte del fandom. Il perché è chiaro: ci sono i Cavalieri d’Oro. Non occorre altro. Detto questo, qualunque appassionato di animazione Giapponese dovrebbe vederlo per la sola realizzazione tecnica; è una meraviglia.
IV – L’ULTIMA BATTAGLIA: Lucifero, grazie ai poteri congiunti di Eris, Febo e Poseidon, decide di voler dominare il mondo e chiede Athena in sacrificio per rinunciare al suo piano. Lei ovviamente accetta ed i Cavalieri dovranno combattere per salvarla. Sì, lo so, vi pare di averla già sentita. Curiosità: è l’unico film che non gode della direzione artistica di Araki e, beh, si vede. Al suo posto troviamo Masahiro Naoi che, più che per questo orrendo lungometraggio, è famoso per aver curato buona parte della serie classica; soprattutto ci piace ricordarlo per il duello tra Hyoga e Camus all’Undicesima Casa. Questo spiega la maggiore presenza di Araki nella supervisione della saga di Poseidon e l’esiguo contributo di Naoi in quest’ultima. Le due produzioni, infatti, erano parallele. Che dire? A ‘sto giro ci abbiamo solo guadagnato.
COME LI GUARDO: i primi tre film furono pubblicati direttamente per il mercato home video dalla Granata Press tra il  1993 ed il 1994. Nel 1996, la Dynamic ne acquisì i diritti e, assieme alla ri-pubblicazione dei primi tre, fece uscire anche il quarto film fino ad allora inedito in Italia (grazie al quale scoprimmo tutti Soldier Dream, finalmente). Tra il 1999 e il 2000, la Dynamic realizzò una seconda edizione dei 4 film proponendo un cast completamente nuovo e un adattamento fedele all’originale. Per finire, nel 2007 i diritti furono acquisiti dalla Yamatovideo che pubblicò i 4 film in dvd mantenendo sia il Doppiaggio Storico che quello Dynamic. Ah, esiste anche il doppiaggio EDEN; un adattamento pirata ed incredibilmente trash del terzo film.
MOMENTO AMARCORD: tipo che c’era un tempo in cui le edicole assomigliavano tantissimo al Paese dei Balocchi e ci trovavi di tutto. E l’aspetto migliore era che ti ci imbattevi per caso, assaporando fino all’ultimo il fattore sorpresa di quella cosa che “OMMIODDIO MA NON SAPEVO NEMMENO CHE ESISTESSE”. E quindi: vedo in bella vista la VHS di Discordia… piango, mamma me la compra e arrivata a casa dalla mia bocca uscì qualcosa di molto simile a: “CRYSTAL HA LA DONNA, OMMIODDIO COME SONO FELICE“. Davvero, del primo film conta solo quello.

E si chiude qui la prima fase, Il Mito, di Saint Seiya. Ci si rivede con la seconda parte del post, La Rinascita, a breve.

Aeris (40 Post) Gira sul Web dall'inizio del nuovo millennio e da allora ha fatto un sacco di cose inutili. Legge tanto, tiene a mente tutto ma posta pochissimo, ecco perché non avete mai sentito parlare di lei. Dal 1990 continuano a chiederle quale sia il suo Cavaliere d'Oro preferito; quelle persone stanno ancora aspettando una risposta.

 

6 Responses so far.

  1. Valfrin ha detto:

    Ottima prima parte di articolo ;)

  2. Elly ha detto:

    Post Geniale! Amo i CdZ alla follia e si avevo i manga della granata press! *____* Oltre ai vhs dei 4 film!! Fantastico post, aspetto la seconda parte e si vorrei che ri-pubblicassero i manga orginali x ricomprarli tutti, ma SOLO, quelli di Kurumada!!! Io sono della vecchia scuola… :))))

  3. Jesus ha detto:

    Applausi

  4. Aldebaran79 ha detto:

    Due frasi mi hanno fatto sbellicare mentre annuivo ridendo: la prima è “ommioddio Crystal ha la donna” .. Hahaha vero anche io mi ero avvicinato all’oav incuriosito ed eccitato da ciò. Poi vabbè, lasciamo perdere la riproposizione in bignami dei difetti di Saintseiya, fra cui l’idiozia inerme di Saori e la ridicolizzazione di Shun che in sti cazzo di oav regredisce ai tempi dell’orfanotrofio.. Salvo solo il dialogo penso frutto del doppiaggio italiano di riflessione sulla guerra per la sua particolarità di sovrapposizione di pensieri e parole, e l’atmosfera lugubre della resurrezione in stile Alcesti. Altra frase che quoto in pieno ridendo più di isteria, stavolta, è quella sulla Perfect Edition che di perfect ha un cazzo, con dialoghi che devono essere stati curati da un bambino straniero. Comunque ricordo anche io il OMG ma c’è qualcosa dopo Poseidon, quando scoprii il manga in edicola. Volete ridere? Richiusi subito negando a me stesso di averlo mai visto, volevo aspettare l’anime e incredibilmente con un meccanismo di rimozione pazzesco ho resistito fino a quando dieci anni dopo.. La storia si ripete con il LC, interrotto in attesa dell’anime ma stavolta mi conviene non attendere, mi sa. Terzo film graficamente stupendo, bella storia la migliore ma coi soliti difetti degli oav. Sospiro per Asgard, meraviglia

  5. Aldebaran79 ha detto:

    Ah, dimenticavo il DS.. Beh, indubbiamente è ciò che ha reso fantasticamente epica la serie, ma in età adulta secondo me bisogna per forza vedere tutti i 114 in VOSI per capire come stanno realmente le cose. L’oav su Lucifero è dir poco blasfemo, in senso artistico non religioso. Un insulto perfino per Kurumada. Comunque si, lode eterna ad Araki e Yokoyama, due Geni dell’Arte, due idoli che hanno reso immortale e stupendo l’anime.

  6. Cristian Maritano ha detto:

    Essere amanti del DS significa anche saperlo prendere con ironia. Tipo Orion che dice “Dolce Flare” o la alquanto discutibile teoria di Hyoga sulla lancia e lo scudo. Quanto manca Carabelli, vedevo bene un suo lavoro sull’imminente doppiaggio di Lost Canvas.

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