Nelle puntate precedenti:

“Ma come? I Cavalieri non finivano con la saga di Nettuno? C’è qualcosa dopo? Cosa? E quelli da dove saltano fuori? Ma sono ambientati dopo o prima? E poi cosa sarebbe Omega? Ho visto in giro disegni strani che non capisco. Ma esistono anche altri manga? Aiutami!”

Perfetto, eccomi.
Questo articolo vuole essere una sorta di guida al mondo di Saint Seiya, un elenco di tutte le opere che questo marchio, adesso, comprende. Riuscire ad orientarsi in questo universo è diventato difficile e se siete rimasti fermi agli anni 90 direi che è quasi impossibile. Se l’ultima cosa che avete visto è la Saga di Poseidon, vi consiglierei tranquillamente di fermarvi lì e bearvi di quegli splendidi ricordi. Se invece siete masochisti e volete farvi del male, ecco le istruzioni.

La storia di Saint Seiya può tranquillamente essere suddivisa in tre archi che chiameremo:
Il Mito (1985 – 2001), La Rinascita (2002 – 2011) e L’Accanimento Terapeutico (2012 – 2015? Non lo so, non credo proprio, ma ci si spera).

L’Accanimento Terapeutico (2012 – 2015)

Chiudete gli occhi. Sì, intendo in senso figurato altrimenti come fate a leggere?! L’avete fatto? Bene. Ora cercate di immaginare una grande stanza con al centro un enorme tavolo rotondo. Siete al buio, non avete la percezione delle pareti che vi circondano e osservate la scena dal punto di vista di una piccola lampada posta al centro del tavolo. La luce è troppo debole per riuscire ad illuminare i visi dei 4 loschi figuri seduti al tavolo da gioco; ma riuscite ugualmente ad afferrare il senso della conversazione. Sono tutti in giacca e cravatta, indossano gli occhiali da sole e sembrano persone davvero poco raccomandabili. Con molta fatica cercate di mettere il più possibile a fuoco l’immagine e finalmente riuscite ad intravedere i tratti orientali dei 4 volti che vi circondano. Ad un certo punto vi viene quasi da pensare di star assistendo ad una riunione ultra segreta della Yakuza. Avete paura, volete scappare ma non lo fate. Stanno parlando di Saint Seiya e la posta in gioco è troppo alta.

E’ così che mi piace immaginare Kurumada ed i Presidenti di Akita, Bandai e Toei Animation nel giorno in cui decisero di portare Saint Seiya allo sfinimento. Siamo tra il 2011 ed il 2012 e le cose non vanno affatto bene: Toei Animation non ha nessun anime da proporre dopo aver concluso – malissimo – la Saga di Hades. L’Akita Shoten non naviga certo in acque migliori con il Lost Canvas ormai concluso, un Episode G in catalessi ed un Next Dimension irregolare. Ma è forse la Bandai quella che se la passa peggio: “I Myth Cloth stanno finendo! Presto, dedichiamoci ad una nuova Serie. La chiamiamo EX e cominciamo a riproporre i Cavalieri d’Oro, che quelli li vendiamo in qualsiasi salsa!” Sentiamo queste parole, ma non riusciamo a reagire perché stiamo già andando a pre-ordinare Saga EX con la Galaxian Explosion. Abbiamo fatto bene, adesso possiamo rivenderlo a 300 euro.

E’ qui, in questo momento, che qualcosa si rompe. Saint Seiya non può morire, Saint Seiya deve continuare; o meglio: il circo di Saint Seiya deve andare avanti. E quindi, eccolo: l’accanimento terapeutico, pratica che probabilmente in Giappone deve essere vista tutto sommato di buon occhio, altrimenti non si spiega il perché di questa vagonata di cose a caso senza soluzione di continuità. Da qui in poi, proseguire la lettura ascoltando questo.
Ragazzi, credetemi, non si tratta di nostalgia e di non riuscire ad accettare il nuovo perché schiavi di un passato messo sul piedistallo… Il Sanctuary è arrivato con più di 10 anni di ritardo, eppure lo abbiamo amato tutti; chi perché l’ha aspettato con impazienza, chi perché l’ha semplicemente scoperto rimanendone folgorato. Eppure nel frattempo eravamo cresciuti, non eravamo più quegli stessi bambini che stavano incollati davanti alla televisione nel 1990. All’epoca del Sanctuary io avevo 20 anni suonati, Rg Veda era diventato da un pezzo il mio manga preferito, mentre Saint Seiya era rimasto l’anime che guardavo e ri-guardavo. Perché è stato così semplice accettare ed amare il Sanctuary? La risposta è chiara: il Sanctuary era riuscito a ri-creare e ri-mettere insieme tutti quei dettagli che avevano contribuito a farci amare i Cavalieri: personaggi, atmosfera, equilibrio, disegni, phatos, fomento, contenuti, musiche, story telling, staff. Un insieme di fattori che, uniti e mescolati,  avevano reso Saint Seiya il nostro anime preferito. In quest’impresa non ci è più riuscito nessuno, e si potrebbe dire che in qualunque opera che ci viene proposta con insistenza dai tempi di Episode G, sia sempre mancato qualcosa alla ricetta del Saint Seiya che amavamo. A volte a non andare era la storia, altre ancora erano l’atmosfera o i disegni. Da allora sono passati di nuovo più di 10 anni e, ammettiamolo, va sempre peggio. Okey, ho parlato al plurale ma è chiaro che questo sia un mio stato d’animo. Mi rendo conto che ormai mi ostino a seguire questo circo solo per un puro esercizio di stile e di completezza verso una passione che mi accompagna da tutta una vita; ma non c’è più hype verso le nuove opere, e seguire tutti i progetti di questo universo inizia ad essere davvero stancante; un termine che sino a 10 anni fa mai avrei pensato di affiancare a Saint Seiya. Non c’è più la voglia di scoprire nulla, ma solo il desiderio di leggere la parola “FINE” perché con i Cavalieri non voglio accontentarmi. Voglio che qualcuno riesca a rimettermi insieme tutte quelle qualità che avevano reso Saint Seiya il mio anime preferito; non voglio imitazioni o rivisitazioni, non me ne faccio niente e ne ho avute abbastanza. E quindi come finisce? Come al solito: con un trolling sfrenato sulla spazzatura che circola in giro ed un costante re-watching di 114 e Sanctuary. Lì la passione non si spegne proprio mai. E quindi eccovi l’elenco di tutti i progetti che sono saltati fuori dal cilindro in solamente 4 anni. Ci vuole talento anche in questo, oh.

SAINT SEIYA, THE LOST CANVAS – IL MITO DI HADES, GAIDEN: editi sempre dalla Akita Shoten, i Gaiden del Lost Canvas vengono annunciati in concomitanza della chiusura delle serie regolare realizzata da Shiori Teshirogi. Siamo a Maggio del 2011 e la serializzazione comincia ancora una volta sulla rivista settimanale Shonen Champion per poi spostarsi, quasi un anno più tardi, su Bessatsu Shonen Champion diventando quindi mensile. I Gaiden finiranno la loro serializzazione in Giappone nel Giugno 2016 e dovrebbero contare sino a  14 15 16 volumi.
LA STORIA: ogni tankobon dei Gaiden ha come protagonista un personaggio – preferibilmente un Cavaliere d’Oro – del 1700 creato dalla Teshirogi e, di conseguenza, già precedentemente visto nella serie regolare del Lost Canvas. Ci troviamo quindi di fronte a storie brevi e sempre diverse che vanno ad approfondire i background dei vari Gold Saint che, a turno, rivestono il ruolo di protagonista dei volumi. Come vedete, quando dico che i Cavalieri d’Oro sono il motore che muove l’Universo, non vado molto lontano dalla verità.
COME LO LEGGO: i Gaiden sono pubblicati in Italia dalla Planet Manga che ne ha cominciato la serializzazione a Novembre 2012 con il titolo di The Lost Canvas – Il Mito di Ade, EXTRA. E io che credevo che il massimo dell’orrido si fosse raggiunto con l’infelice Fushigi Yugi Special. A differenza della serie regolare, siamo stati risparmiati dall’edizione sottiletta, quindi l’opera avrà lo stesso numero di albi dell’edizione originale.
TIME-LINE: l’ambientazione comune è quella del Lost Canvas ma, essendo i Gaiden dedicati a personaggi specifici che se ne stanno per i fatti loro a compiere missioni in giro per il Mondo, la collocazione temporale tende a subire delle leggere sfumature in base al protagonista dell’albo. In linea generale sono comunque tutti collocati in archi narrativi pre Guerra Sacra del 1700, anche se si può assistere a delle time-skip ancora più antecedenti o addirittura posteriori.
TROLLING NON RICHIESTO: ragazzi, a me il Canvas non è piaciuto. Non ci posso fare nulla. Mi è sostanzialmente scivolato addosso, e non mi ha lasciato nè amore nè odio. Non è questa la sede per parlarne, ma vi basti sapere che nemmeno i Gaiden sono riusciti nell’impresa di farmi amare in modo particolare qualche personaggio e, scusatemi, ma se non riesci a farmi amare qualcosa che ha come protagonista i Cavalieri d’Oro, hai fallito su tutta la linea; almeno con me. Ho sempre pensato che la Teshirogi fosse più adatta per uno shojo alla Fushigi Yugi o alla Angel Sanctuary piuttosto che per uno shonen vecchio stampo come Saint Seiya, forse è per questo che non sono mai riuscita ad apprezzare la sua opera. E’ come se avesse avuto in mano tutti gli ingredienti per piacermi, senza riuscire però a mescolarli in modo giusto.
NOTE: tantissimi poveri sventurati mi hanno chiesto se i Gaiden fossero una lettura obbligatoria per la comprensione del Lost Canvas; la risposta è no, non lo sono. I Gaiden sono per definizione delle opere collaterali, ed il loro compito è quello di approfondire la story-line principale espandendone l’universo. Non sono quindi una lettura essenziale, si tratta più che altro uno sfizio se si ha amato il Lost Canvas e se ne vuole ampliare la mitologia conoscendone meglio i personaggi.

SAINT SEIYA Ω, OMEGA: prodotta dalla Toei Animation, Saint Seiya Omega è una serie originale che si propone di essere il sequel dell’anime classico (compreso di Hades Chapter). Serializzato settimanalmente, l’anime ha cominciato la sua trasmissione sul canale TV Asahi a partire dal 1 Aprile 2012; tant’è che in molti all’epoca lo presero per uno scherzo. Omega ha concluso la sua corsa il 30 Marzo 2014, andando a comporsi di due stagioni per un totale di 97 episodi. Al timone della serie troviamo nomi di gente che con Saint Seiya non hanno mai avuto niente a che fare, e gli unici membri dello staff noti ai fan di vecchia generazione si possono pescare andando a frugare nell’animazione e nelle sceneggiature di episodi sporadici (fatto del tutto normale quando le puntate sono affidate a diversi studi che ruotano). Alle musiche troviamo Toshihiko Sahashi, mentre il Character Design della prima stagione viene affidato a Yoshihiko “Kyashan/Casshern  Sins” Umakoshi (animatore chiave dell’OAV 13 del Sanctuary) per poi passare nelle mani di Keiichi Ichikawa dalla seconda serie in poi.
LA STORIA: Athena viene rapita e con lei rischiano di scomparire la pace, la giustizia ma, soprattutto, la vita sulla Terra. Il cattivo questa volta proviene dal Pianeta Marte ed incredibilmente si chiama Mars. I Cavalieri di Bronzo storici sono indisposti per ragioni che non sto qui a spoileravi ed il destino del Mondo è in mano ad un team di nuovi personaggi tra i quali svetta Kouga, nuovo Saint di Pegasus e figlio adottivo di Saori. Tranquille, shippers, riponete i coriandoli nella borsa. Seiya non è il padre. Non illudetevi nemmeno.
COME LO GUARDO: in Italia la serie è inedita ed al momento non ci sono notizie relative all’acquisizione dei diritti. La soluzioni sono quindi molteplici: Google, Nowvideo, Torrent, varie ed eventuali.
TIME-LINE: essendo ambientato diversi anni dopo la conclusione dell’Hades Chapter, Omega risulta essere il sequel diretto dell’anime classico. Sì, lo so che la cosa vi sta sul cazzo, ma questo è quanto. C’è quindi da escludere alla base qualsiasi cosa che possa avere a che fare con il Next Dimension o, più in generale, con la continuity dei manga di Kurumada e non. In linea teorica potete tranquillamente finire di vedere l’Elysion e partire immediatamente con Omega senza che vi faccia male la testa, ma voglio comunque darvi un consiglio: cercate di non integrare le opere cartacee a quelle animate. E’ bene che facciate una divisione netta dei due media che ormai possono tranquillamente essere considerati come due universi distinti (come lo erano sin dall’inizio, fin dai tempi dei 114, dopotutto). Vivrete molto meglio.
TROLLING NON RICHIESTO: è buffo, ma con Omega non sono mai riuscita ad arrabbiarmi. Si è presentato sin da subito in modo così platealmente diverso – per forma – da tutto ciò che di Saint Seiya conoscevo – e conosco – che è riuscito a tagliarmi la lingua ancor prima che guardassi il primo episodio. Armature più attillate di quanto non fossero già quelle Arakiane, gente che beve ed offre il the nella Casa dei Gemini, vestizioni in crossover con Sailor MoonSaint Seiya svecchiato, insomma. Capitemi, non posso essere stronza. Non.ce.la.posso.fare. Amatelo o odiatelo, come vi pare, ma non prendetevela troppo. Per come si è conclusa questa serie, probabilmente la stessa Toei si scorderà di averla realizzata.
NOTE: in tutto questo ci tengo a sottolineare che con Omega sono ferma tipo all’episodio 20 da mesi, e per arrivare a quella puntata ci ho messo circa un anno. Non sono in grado di dare giudizi precisi sulla qualità tecnica e narrativa della serie perché non amo parlare e sindacare su ciò che non conosco, quindi mi limito a sospendere il giudizio fino a che non sarò in pari. In compenso me lo sono spoilerata tutto quindi, occhio, SPOILER: i Cavalieri d’Acciaio? Toei, ma davvero? Persino i 114 avevano avuto la decenza di farli sparire misteriosamente per rimediare al male commesso. Gli unici due argomenti che mettono d’accordo l’intero fandom di Saint Seiya sono noti: l’amore per la OST di Yokoyama e l’odio verso gli Steel Saint. Siete riusciti a negarci l’una ed a propinarci l’altra, complimenti. #mainagioia.

SAINT SEIYA, SAINTIA SHO: serializzato sempre da Akita Shoten e disegnato da Chimaki Kuori, Saintia Sho comincia la sua pubblicazione sulla rivista mensile Champion Red nell’Estate del 2013 subito dopo la conclusione di Episode G. Il manga è in corso di pubblicazione ed attualmente è ormai arrivato al quinto tankobon.
LA STORIA: in questo manga facciamo la conoscenza delle Saintia, guerriere che nessuno ha mai sentito nominare ma che a quanto pare girano attorno ad Athena sin da prima delle Galaxian Wars. Il protagonista è Milo di Scorpio La protagonista è Shoko di Equuleus, ed il suo compito è proteggere Saori in attesa che i Bronze tornino dai luoghi dell’addestramento prima, e si riprendano dallo scontro contro Saga poi. Parallalemente a tutto questo, le Saintia dovranno affrontare la reincarnazione di Eris ed i suoi scagnozzi. Il manga è praticamente la versione ufficiale del Primo Film, mentre le Saintia sono la versione legalizzata dei Cavalieri d’Acciaio, ma con il cosmo. Se fossimo in Harry Potter sarebbero considerate dei Maghinò.
COME LO LEGGO: i diritti per l’edizione Italiana sono stati acquistati dalla Planet Manga che ne inizierà la pubblicazione a partire da Aprile 2015 con il titolo I Cavalieri dello Zodiaco – Saintia Sho, Le Sacre Guerriere di Atena. Il formato sarà simile a quello originale.
TIME-LINE: Saintia Sho è un midquel. Il prologo è ambientato poco dopo il suicidio di Gemini, e quindi tra le Dodici Case e Poseidon, ma spesso e volentieri assistiamo a flashback ambientati sino a 6/7 anni prima per poi tornare avanti fino alla Galaxian Wars. Insomma, ci sono un casino di time-skip, ma in linea generale Saintia Sho si inserisce in quel lasso di tempo che va da poco prima della Guerra Galattica fino a dopo la sconfitta di Saga. Per ora.
TROLLING NON RICHIESTO: c’era una cosa che a Saint Seiya mancava, il fanservice shojo-ai. Capiamoci, in realtà il manga classico è privo anche di quello shonen-ai, in tal senso l’unico a fare qualche “regalo” è stato l’anime, ma anche lì cose di poco conto ed il 95% della produzione di fan fiction e fan art delle fujoshi si basa sul nulla; tipo che il massimo del fanservice l’abbiamo raggiunto con Milo che tenta di strangolare Camus nel Sanctuary (ma non temete, su questo argomento ci sto lavorando da un po’). Ma lo shojo-ai? Eh, questa è proprio una novità che nemmeno nei nostri sogni più proibiti avremmo mai creduto di vedere. Per tutti questi motivi, è inutile che cerchiate Saintia Sho nelle normali fumetterie, provate piuttosto nella sezione doujinshi soft dei Mandarake; pare infatti che i Giapponesi si siano confusi e li abbiano esposti lì.
NOTE: quando Saintia Sho venne annunciato e ne uscì il prologo, la mia reazione fu più o meno la stessa che ebbero Seiya & comp. davanti al testamento di Aiolos. Solo che il mio era dolore, non commozione. Poi è capitato che uscisse il Capitolo 1, poi il 4, e quindi Milo; a quel punto il mio senso critico si è tappato le orecchie e ancora adesso resto in attesa dei capitoli nella speranza di vederlo parlare con Camus. O Hyoga. O entrambi. Ma andrebbe bene anche un semplice pensare, a questo punto. Avete presente quando Camus scende alla Settima Casa nel manga/anime originale? Ecco, sarà dovuto pur passare – due volte – per l’Ottava, no? Perfetto, il primo autore che mi mostrerà questa sequenza, avrà la mia gratitudine eterna. E’ 25 anni che aspetto, ma sono fiduciosa. Kuori, non deludermi, solo questo mi devi fare. No, ragazzi, non sono una fujoshi; anzi, detesto che venga inserito il romanticismo in Saint Seiya. Quando dico “parlare”, intendo davvero solo quello. Che poi non sarebbe un problema se ci scappasse una fan fiction ogni tanto, la rottura di coglioni nasce quando ti è impossibile trovare qualcosa – scritto bene – che racconti di un bel rapporto tra Camus e Milo senza che questo sfoci nell’ammmore. E.ma.che.palle. E a parlare è una CLAMP addicted, ricordatelo.

SAINT SEIYA, EPISODE G ASSASSIN: succede che a Dicembre 2013 l’intera Akita Shoten si mette a festeggiare i 40 anni di carriera di Kurumada, ed è proprio in questa occasione che Megumu Okada annuncia il sequel del da poco concluso Episode G. Dopo un primo Capitolo Speciale uscito a Dicembre 2013, Episode G Assassin comincia la sua pubblicazione bimestrale ad Aprile 2014 sulla rivista Champion Red Ichigo per poi essere serializzato settimanalmente come web-megazine a partire dall’Ottobre dello stesso anno. Ormai arrivato a tre volumi, il manga è chiaramente in corso di pubblicazione.
LA STORIA: dopo la battaglia contro Crono, il normale continuum spazio temporale si è tappato le orecchie, ed ecco che Aiolia, Shura – ed una graziosa civetta – si ritrovano in un’epoca differente, futura, dove fanno la conoscenza dei Gladiators. A questo punto il termine “cose a caso” diventa riduttivo e si va dall’Orlando ad Alice nel Paese delle Meraviglie, passando per Aiolia e Shura che incontrano Shun, Shiryu e tutta quella bella gente lì. No, aspettate che mi spiego: sono le loro versioni future quelle che incontrano! Dove gli uni conoscono gli altri ma gli altri non conoscono – ancora – gli uni! Consigliato a Stephen Hawking, Doc Emmett Brown e a chi ha letto Tsubasa Reservoir Chronicle.
COME LO LEGGO: trattandosi di un web-megazine, potete seguire la storia direttamente sul sito ufficiale della Champion Cross. Per i dialoghi potete affidarvi alle trascrizioni che trovate nel Saintforum. Al momento non ci sono notizie di un’eventuale pubblicazione Italiana, ma tranquilli che mi aspetto un annuncio della Planet non appena l’articolo sarà online.
TIME-LINE: prima, durante, dopo il manga classico, in un’altra dimensione creata da un motore ad improbabilità infinita. 42. Dietro di te! Una scimmia a tre teste! Non lo so, ve lo dico quando lo capisco.
TROLLING NON RICHIESTO: ragazzi, lo so che sembra difficile riuscire a seguire l’intreccio di Assassin, ma vi giuro che qui la vera sfida è capire da che parte guardare le tavole. Fatto questo, è tutto quanto in discesa. Purtroppo è difficile trollare su questo titolo senza spoilerare, ma fidatevi quando vi dico che vale la pena di provare a leggerlo solo per capire a quali vette di mattanza è arrivato il brand. Adesso capite perché vi dico di non pensare troppo alla continuity? Pensate davvero che agli autori gliene freghi effettivamente qualcosa? Ad ogni modo, la sola curiosità di sapere a quali escamotage narrativi sarà costretto a ricorrere Okada per risolvere i paradossi temporali, mi spinge a continuarne la lettura.
NOTE: quando Assassin venne annunciato, ammetto di esserne stata felice. Mi è sempre dispiaciuto che il G avesse fatto la fine che ha fatto, e speravo che questo sequel fosse in realtà un modo per riprendere in mano le fila del discorso, risolvere le cose lasciate in sospeso e tornare ai tempi di quando il G riusciva a regalarmi scontri meravigliosi come quello tra Saga e Crono. Inutile dire che le mie speranze si sono dissolte non appena ho percipito lo spirito di cose a caso dell’opera (sì, ancora più a caso, voglio dire) . Però tutta questa assurdità mi diverte e incuriosisce, almeno questo.

SAINT SEIYA, SOUL OF GOLD: annunciata nell’Autunno 2014 e prodotta dalla Toei Animation, Soul of Gold è una web-series che partirà ufficialmente dall’11 Aprile 2015. E’ la sorella gemella di Sailor Moon Crystal, tant’è che nel fandom la serie è già stata ribattezzata Soul of Quality. L’anime godrà di una trasmissione online e sarà composta da 13 episodi (per ora? Forse, speriamo). Alla Bandai serviva un pretesto per lanciare i Myth delle God Gold Cloth, eccolo. Sì, ragazzi, ci sono cascata. Di nuovo.
LA STORIA: dopo il sacrificio dinnanzi al Muro del Pianto, i Cavalieri d’Oro si risvegliano misteriosamente ad Asgard. Da qui in poi intuire la trama è abbastanza semplice: la città di Odino è di nuovo in pericolo, Hilda è stata messa KO da una malattia/maledizione/chissailcazzocosa ed al suo posto è apparso un tizio davvero poco raccomandabile di nome Andreas. Non mancheranno God Gold Cloth, God Warrior (non gli storici, per carità, lasciate alle Stelle dell’Orsa i miei bambini), tranelli e tanto – TANTO – fanservice.
COME LO GUARDO: trattandosi di una web-series, dovrebbe comportarsi più o meno come Sailor Moon Crystal, e quindi con episodi subbati anche in Italiano disponibili sulle più note piattaforme di streaming; in particolare Daisuki, Crunchyroll e lo stesso Sito Ufficiale. Daisuki ed il Sito Ufficiale mantengono l’adattamento storico (Cavaliere, Ioria, etc etc), mentre su Crunchyroll i termini restano quelli originali (Saint, Aiolia, etc etc). Le puntate saranno disponibili ogni due Sabati a cominciare dall’11 Aprile, arrivando quindi da noi verso le 17:00 del Venerdì. Nel frattempo è già scattata la petizione per richiedere l’acquisto dei diritti in Italia e l’immancabile De Palma al doppiaggio. Che poi vorrei sapere che minchia dovrebbe doppiare dato che Seiya qui non ci sta. Me lo farete odiare di questo passo, il DS.
TIME-LINE: apparentemente Soul of Gold è ambientato durante la Greatest Eclipse di Hades. Dico “apparentemente” perché tutti ci siamo accorti più o meno dopo mezzo secondo della cazzata. C’è infatti il piccolo dettaglio che in quel momento le Gold Cloth dovrebbero trovarsi davanti al Muro del Pianto o – almeno cinque di loro – a farsi disintegrare nell’Elisio da Thanatos. La parte divertente è capire se la Toei si ricordi di questo non tanto piccolo particolare. No, perché dovete sapere che esiste anche l’altissima probabilità che la produzione si sia scordata questa cosa. Ad ogni modo, ci stiamo già tirando un sacco di seghe mentali a riguardo e si va dalla teoria che il tempo scorra diversamente attraverso la Super Dimensione che collega Inferno ed Elisio, fino ad arrivare all’ipotesi che quelle che vediamo in Soul of Gold non siano nemmeno le vere Gold Cloth. E poi c’è l’insignificante dettaglio che, per goddizzare, un’armatura ha bisogno del sangue di una divinità; e non mi risulta che Shaka abbia innaffiato alcuna Armatura d’Oro. Insomma, ci sarà da ridere.
TROLLING NON RICHIESTO: contrariamente a quello che si potrebbe pensare, l’annuncio di Soul of Gold fu preso dalla sottoscritta con estrema indifferenza. Sapendo che in mezzo alla produzione ci stava gente che lavorava a Sailor Moon Crystal, le aspettative di vedere qualcosa di qualità erano – e sono – più o meno attorno allo Zero Assoluto. Fino ad una settimana fa mi ero pure scordata che doveva cominciare, ve lo giuro. Ma poi accade che annunciano Asgard come location, e a quel punto il picco di interesse si smuove fino ad arrivare al 10% (sì, perché dovete sapere che la Saga Nordica è il mio arco narrativo preferito, inferiore solamente alla scalata delle Dodici Case). Ma la ciliegina sulla torta arriva direttamente dal sito ufficiale: nella descrizione di Milo infatti ci sta scritto “amico intimo di Camus”. A quel punto ho cominciato a fangirlare come una completa cogliona, facendomi un sacco di film mentali, ed immaginando i due in un combattimento fianco a fianco e spalla contro spalla. Ancora meglio: ho il sogno proibito di vedere un Camus in difficoltà ed un Milo che arriva e lo salva con scambi di battute profondissime, tipo:

meme_bestdayeverMilo: “Serve una mano?”
Camus: “Sempre in ritardo”.
[smash, stump, bong, pum, ko]
Milo: “Elegantemente”.

NOTE: il 21 Marzo è stata proiettata in Giappone la Premiere del primo episodio ed è bello sapere che le aspettative non sono state deluse. La qualità della serie è oscena, ed il cam-rip in questo caso è stato miracoloso dato che sicuramente ci ha risparmiato dal disastro in alta definizione. Hilda è passata dall’essere la creatura più bella ed elegante del marchio alla più cessa. Ci vuole talento che in questo, immagino. E’ triste ammetterlo, ma è dai tempi del Meikai che nessuno si aspetta qualcosa di qualitativamente alto dalla Toei Animation, ed è brutto vedere che grossi brand come Saint Seiya o lo stesso Sailor Moon Crystal siano prodotti con i soldi della pausa pranzo. Detto questo, una cosa positiva qui l’abbiamo: conosciamo i personaggi, li ri-troviamo e non hanno certo bisogno di presentazioni; a differenza del Crystal che invece ha dovuto introdurre – male – le Sailor in versione manga. La serie partirà ufficialmente l’11 Aprile e l’unica cosa che conta, a questo punto, è il fanservice. Datecelo (hanno già cominciato, nel primo episodio si nota Death Mask contrabbandiere che gioca a carte ed Aphrodite che sorseggia un the).

SAINT SEIYA, LEGEND OF SANCTUARY: uscito nei cinema Giapponesi il 21 Giugno 2014, Legend of Santuary è un film in CGI prodotto dalla Toei Animation per festeggiare i 40 anni di carriera di Kurumada. Realizzato sulla scia simil FMV di Final Fantasy, alla regia troviamo Keiichi Sato, mentre le musiche sono affidate a Yoshihiro Ike. E’ l’ennesimo tentativo non riuscito tutto Giapponese di sfondare all’estero con la computer graphic.
LA STORIA: Il film non è altro che la rivisitazione del primo arco narrativo di manga ed anime. Durando poco meno di 100 minuti, il tutto avviene abbastanza velocemente: introduzione, presentazione personaggi, freccia, scalata, boss finale, freccia di nuovo, vittoria, fine.
COME LO GUARDO: dopo un’anteprima tenutasi al Lucca Comics & Games 2014, il film è stato distribuito dalla Lucky Red ed è uscito nei nostri cinema a Novembre, Gennaio, Febbraio, l’8 Gennaio 2015 con il titolo I Cavalieri dello Zodiaco – La Leggenda del Grande Tempio. Le edizioni DVD e Bluray arriveranno a Maggio di quest’anno. L’adattamento è stato curato da Ivo De Palma ed è quello storico.
TIME-LINE: trattandosi di una versione alternativa della Scalata, il film non è in nessun modo connesso all’universo animato o cartaceo di Saint Seiya; fa storia a sé e potete tranquillamente vederlo come opera indipendente.
TROLLING NON RICHIESTO: non è un caso che Legend of Sanctuary sia l’ultimo titolo dell’articolo, ne capite il motivo? Riuscite a comprendere come mai non ne abbia parlato male nella mia recensione? No, dai, LOS è l’ultimo problema di Saint Seiya. E’ già finito e tutti ce lo siamo già dimenticato, nel bene e nel male.
NOTE: tutto quello che avevo da dire è già stato detto. Passo e chiudo.

Mi piacerebbe dirvi che è tutto finito, ma in realtà ci sarebbe da parlare anche di Hero of Heroes, il manga disegnato da Yun Koga ed attualmente in corso di pubblicazione in Giappone. Se non lo facciò è perché – a livello logistico – non mi sembra una cosa strettamente legata a Saint Seiya. L’opera infatti è stata fatta per celebrare lo smisurato ego i 40 anni di carriera di Kurumada, e non è altro che un crossover di tutte le sue opere. In sostanza, gli eroi di Saint Seiya, Ring ni Kakero, Fuma no Kojiro & comp. combattono contro i villain di Saint Seiya, Ring ni Kakero, Fuma no Kojiro & comp. Divertente e sfizioso se si hanno letto altri lavori di Kurumada, peccato che nemmeno il 10% dei fan di Saint Seiya abbia letto altro del Kuru che non sia Saint Seiya. In Italia, eh.

E con questo è davvero tutto finito, nel senso che adesso non vi resta altro da fare che recuperare ciò che vi sembra meritevole di attenzione e scartare quello che non lo è. E’ buffo, ma sono riuscita a terminare e pubblicare l’articolo a ridosso della prima messa in onda dei Cavalieri su Odeon TV. Da allora è successo di tutto, e negli ultimi 15 anni la mia fedeltà è stata messa alla prova numerosissime volte. Ma dopo 25 anni sono ancora qui, pronta a prendermi cura di lui nonostante ormai sia un vecchio rincoglionito che nemmeno ricorda il suo nome. Quando il Sanctuary conquistò il mondo ed io entrai nel Saintforum, lo feci dicendo queste parole:

I Cavalieri finiscono all’episodio 114; tutto quello che di bello o brutto è stato fatto – o faranno – sarà solamente di più. Nel bene e nel male, per me Saint Seiya termina con i miei ragazzi che guardano all’orizzonte.

Da allora sono passati più di 10 anni, sono cambiate tantissime cose ma non questa. E se non sono mai riuscita a vedere quella meraviglia del Sanctuary come il naturale seguito dei 114, figuriamoci se posso farlo con tutto il resto. Sì, forse sono una snob, ma questo è quanto.

Aeris (40 Post) Gira sul Web dall'inizio del nuovo millennio e da allora ha fatto un sacco di cose inutili. Legge tanto, tiene a mente tutto ma posta pochissimo, ecco perché non avete mai sentito parlare di lei. Dal 1990 continuano a chiederle quale sia il suo Cavaliere d'Oro preferito; quelle persone stanno ancora aspettando una risposta.

 

8 Responses so far.

  1. Sirio89 ha detto:

    Grasse risate (che nascondono un velo di tristezza) come sempre.
    Non sapevo nulla di Episode G A (addirittura un web-megazine?), ma quello che ho letto basta e avanza. È la parte dell’articolo dove ho riso di più (e non me l’aspettavo visto che la competizione in questa parte è alta).
    Quasi tutte le serie citate sono in corso d’opera, ma quelle che credo le peggiori per fortuna sono finite definitivamente (anche se secondo me aleggia ancora il pericolo di un LoS 2).
    Molte, manco a dirlo, non le conosco affatto, tipo Saintia Sho di cui non so cosa pensare, ma forse per il momento mi sta bene così.
    Che poi, dei nomi un po’ più lunghi, no? Sulle copertine come li scrivono?
    I C A V A L I E R I D E L L O Z O D I A C O – S A I N T I A S H O – L E S A C R E G U E R R I E R E D I A T E N A
    ma veramente?
    Comunque, credo che tutto quello che c’era da dire è stato detto. Ora attendiamo almeno un altro paio di annunci che ti costringeranno a modificare l’articolo a pochi giorni dalla pubblicazione? XD

    • Aeris ha detto:

      La parte su Assassin è in effetti quella che mi ha divertito maggiormente, ma era inevitabile se si considera la mattanza della storia. Almeno ho la curiosità di scoprire dove andrà a parare. X’D

      Sì, sì, tranquillo: mi aspetto la Yamato che annuncia i dvd di Omega e la Planet che annuncia l’Assassin in Italia a giorni. XD

  2. Aldebaran ha detto:

    MAMMA MIA che lavoraccio che ti sei sparata Eli.. Chapeau. Sono piuttosto abbacinato da quanto ho letto, per quanto adori il modo in cui lo scrivi. Credo che il commento alla questione fondamentale sia.. 42. Si.. hahajaha geniale e che riassume perfettamente il concetto. Devo ancora riprendermi per capire se e cosa vorrò vedere/leggere per farmi del male. Io devo ancora finire il LC regolare.. lolle

  3. John ha detto:

    Luca ignora elisa e leggi il Lost Canvas… ORA

  4. Connor ha detto:

    Lost Canvas è noioso.
    I Gaiden di LC ancora peggio.
    Episode G era carino, ma GA fà schifo.
    Next Dimension che sarebbe il vero saint seiya in termini di continuity, è così così.
    Saintia Sho è inutile.
    Suidoken come si chiama, ancor più inutile di Sho.
    Il film in CG è bello come grafica, ma la storia non tanto.

  5. Cristian Maritano ha detto:

    Beh parlando di LC e Episode G almeno abbiamo avuto un ventata di freschezza per quanto riguarda il characters design…che poi LC non spicchi per originalità è lampante però presenta ottime rivisitazioni di alcuni Gold sempre messi in ombra da Kurumada. G invece è molto interessante come plot.

Leave a Reply to Aldebaran